Alla vigilia della mobilitazione nazionale di domani “Fermiamo il carbone”, nell’assenza di chiari indirizzi governativi sulle scelte energetiche da parte del Governo, dopo la batosta referendaria sul nucleare, e di una strategia energetica nazionale attesa dal dicembre 2008, il WWF si rivolge con una Lettera Aperta direttamente alle Regioni più interessate perché facciano la propria parte nel de-carbonizzare l’Italia, come richiesto dalla strategia europea.
3 obiettivi per "essere Europei" – Nella Lettera Aperta inviata questa mattina ai Governatori delle Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Veneto (interessate dalla riconversione a carbone o dal potenziamento di centrali esistenti, dalla presenza di centrali sul proprio territorio o dalla costruzione di nuove) il WWF ricorda che l’Unione Europea ha approvato un pacchetto di tre obiettivi obbligatori, che impegnano anche l’Italia, finalizzati a: 1. la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti al 2020 (meno 20% rispetto ai livelli del 1990); 2. l’incremento della percentuale di energia derivante dalle fonti rinnovabili (più 20%); 3. la riduzione dei consumi e degli sprechi attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica e dell’innovazione tecnologica.
Contributo delle Regioni – Il WWF si rivolge direttamente alle Regioni perché diano un contributo diretto e fattivo a “fermare il carbone”, data la loro capacità di influire sulle scelte nazionali alla luce dei loro poteri concorrenti, attribuiti loro dall’art. 117 della Costituzione, in primis, con riguardo alla tutela della salute e in materia di produzione, trasporto e distribuzione di energia. Nella Lettera Aperta il WWF ricorda che l’Italia non ha bisogno del carbone: oggi ci sono troppe centrali che lavorano per un terzo della loro potenzialità. La potenza energetica istallata nel nostro Paese è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto: le centrali esistenti a tutto il 2010 sono infatti in grado di erogare una potenza massima di circa 106,5 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW.
4 buoni motivi per dire No al carbone – Il WWF, inoltre, ricorda alle Regioni almeno 4 buoni motivi per de-carbonizzare l’Italia:
1) la migliore tecnologia a carbone (impropriamente detto “pulito”) emette livelli di anidride solforosa, malgrado la presenza di desolforatori, ben 140 volte superiori a quelli emessi da un impianto a ciclo combinato a gas;
2) le emissioni di polveri fini (PM) risultano ben 71 volte superiori rispetto a quelle di impianti a gas, anche con l’introduzione di filtri a manica;
3) la combustione del carbone costituisce una delle principali cause di inquinamento da Mercurio, che entrando nella catena alimentare crea gravi danni alla salute umana, e rilascia anche altre svariate decine di sostanze tossiche inquinanti, tra cui Arsenico, Cromo e Cadmio, che sono anch’esse causa di gravi patologie;
4) le emissioni di carbonio di una centrale a carbone “pulito” sono praticamente doppie rispetto a quelle di una centrale a ciclo combinato a gas.
Dalle 14 di sabato 29 ottobre la diretta della mobilitazione su www.wwf.it