“Ottima idea quella del ministro Saverio Romano di vendere i terreni agricoli di proprietà dello Stato. Qualora si procedesse all’alienazione, auspico però che non si pensi solo all’utile immediato, ovvero all’entità degli introiti, ma a quello futuro, cioè al rendimento che questi terreni possono avere nel tempo per la società, se affidati nelle mani giuste: quelle dei giovani che vogliono insediarsi come titolari di un’impresa agricola o che vogliono ampliarla”. Lo ha detto l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, commentando positivamente la proposta e completandola: “mi rendo fin d’ora disponibile – ha aggiunto – ad accompagnare un percorso che, rivolto ai giovani, sarebbe un investimento strategico sul domani, di sicuro per il Veneto e, ritengo, per tutto il Paese”. In Veneto questa ipotesi riguarda circa 15 mila ettari, per un controvalore stimato intorno ai 280 milioni di euro. “Terreni fertili – ha ribadito Manzato – che potrebbero essere coltivati da mani e menti fresche, preparate, capaci di garantire un prodotto agricolo di qualità e più propensi a produrlo con tecniche all’avanguardia, in un sistema regionale da primato che siamo impegnati a rendere ancora più efficiente”.
Situazione Veneto – “Nel Veneto, pur di fronte ad un ormai fisiologico calo del numero delle aziende agricole, centinaia di giovani vogliono diventare imprenditori agricoli: un mestiere faticoso, difficile, dove di massima si inizia con un mucchio di debiti, ma che è indispensabile al territorio e strategico per il Paese. Come Regione non siamo rimasti sordi a questo entusiasmo, consapevoli che imprenditori giovani sono un fattore essenziale di crescita per un settore dove il Made in Italy ha una posizione di assoluta preminenza mondiale. Tramite il PSR – ha ricordato l’assessore – abbiamo contribuito ad insediarne 1.100 negli ultimi 3 – 4 anni, a fronte di circa 1.400 richieste. Ma anche quelli che non hanno potuto ricorrere al sostegno pubblico non si sono arresi, sia pure a condizioni più onerose”. “Ecco, in un futuro prossimo di risorse monetarie decrescenti, quasi certamente anche a livello Europeo, si potrebbe intervenire direttamente per aiutare i giovani, cedendo loro il terreno agricolo del quale lo Stato volesse liberarsi: la terra è fondamentale per lavorare in agricoltura – ha concluso – ma nello stesso tempo oggi è costosissima, specie per chi vuole iniziare questa attività, e difficile anche da trovare”.