Secondo i dati Istat, elaborati da Assica (Associazione Industriali delle Carni) nel periodo gennaio-giugno le spedizioni dei prodotti della salumeria italiana hanno raggiunto quota 63.000 tonnellate (+9,5%) per un valore di 490 milioni di euro (+10%). Dopo la straordinaria performance messa a segno nel 2010, il comparto non si è fermato e ha continuato a consolidare la propria presenza sui principali mercati Ue ed extra UE. Bene in particolare l’export verso i partner comunitari cresciuti del 10% sia in valore sia in quantità.
Soddisfazione – “Siamo davvero orgogliosi di questo risultato che dimostra come l’eccellenza dei nostri prodotti sia sempre più riconosciuta e apprezzata in Europa e nel resto del mondo. Una crescita come questa, che ha coinvolto tutti i nostri principali prodotti e tutti i principali mercati, soprattutto quelli comunitari tradizionalmente più esigenti, conferma che i salumi italiani hanno le caratteristiche giuste per mantenere un rapporto privilegiato con i consumatori di tutto il mondo. Per questo Assica in questi mesi ha continuato a lavorare con passione e costanza al fianco delle Istituzioni perché abbattere le barriere che ancora limitano le nostre possibilità di esportare rimane un obiettivo prioritario per la crescita del nostro settore” ha commentato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica.
Più domande Ue e Extra Ue – A fare la parte del leone nel primo semestre sono state le esportazioni di prosciutti crudi arrivate a quota 26.850 tonnellate (+10,9%) per un valore di 251,1 milioni di euro. Considerando la categoria nel complesso, hanno evidenziato un trend decisamente brillante e crescente le spedizioni verso i partner comunitari: Francia (+11,2%), Germania (+9,5%), l’Austria (+34,4%) e Regno Unito (+17,2%) . Bene anche quelle verso i Paesi terzi: importante segno positivo le spedizioni verso USA (+4,2%) e Svizzera (+4,3%). Entrambi questi mercati, poi, hanno evidenziato un rilevante aumento dei fatturati confermandosi piazze fondamentali per l’export dei nostri prosciutti. Notizie positive sono arrivate anche dalla Croazia (+17,2%).
Salami ok – Positive e in accelerazione le esportazioni di salami. Grazie al buon andamento della domanda comunitaria, in particolare tedesca e belga, le spedizioni di questi prodotti si sono attestate sulle 11.000 tonnellate (+5,5%) per un fatturato di 102,2 milioni di euro (+6,8%). Fra i principali Paesi di destinazione ottima la performance verso la Germania (+9,8%) saldamente al primo posto fra le piazze di destinazione e il Belgio (+8,3%) al quinto posto. In crescita anche gli invii verso il Regno Unito, la Francia e quelli verso l’Austria. Importante incremento a due cifre anche per l’export di mortadelle e wurstel arrivati nel corso della prima metà del 2011 a toccare quota 14.300 tonnellate (+11,6%), per un valore di 49,8 milioni di euro (+12,6%). Un risultato, questo, molto importante perché segna una notevole accelerazione rispetto al già eccezionale andamento della prima metà del 2010. All’interno del mercato unico da sottolineare il risultato della Spagna (+66,4% per 2.470 tonn. e +57,6% per 7,5 milioni di Euro), balzata al primo posto nella classifica dei nostri mercati di destinazione. Ottime anche le conferme di Francia (+14,3% in quantità e +10,3% in valore) e Germania (+16,2% e 12,1%). Fra i Paesi terzi, in accelerazione la Croazia (+25,8%) e gli USA (+16%).
Prosciutti – Buono il trend evidenziato dalle esportazioni di prosciutti cotti che con un +5,2% in quantità e un +10,1% in valore hanno raggiunto il traguardo delle 5.600 tonnellate e dei 38,5 milioni. Particolarmente dinamica, anche in questa seconda frazione d’anno, è stata la domanda dei Paesi extra UE aumentata del 9,8% in quantità e del 19,8% in valore, ma segnali positivi sono arrivati anche dai partner comunitari complessivamente cresciuti del 4,9% in quantità e del 9,1% in valore. All’interno del mercato unico hanno mostrato importanti progressi le prime due piazze di riferimento: Francia (+10,7%) e Germania (+5,3%). Fra i Paesi terzi, fondamentale per la crescita complessiva è stato l’aumento della Svizzera (+41,7% in quantità), mentre hanno registrato qualche difficoltà gli verso gli USA.
Primo semestre – Chiusura di semestre discreta per le pancette stagionate salite a 1.750 tonnellate (+5,7%) per 13 milioni di euro (+13,7%). Fondamentale per questa categoria è stato l’aumento evidenziato dai mercati extra UE che hanno visto le nostre pancette arrivare a 362 tonn. dalle 111 del periodo gennaio – giugno 2010 per un fatturato di 2,5 milioni di euro. Un trend, questo, essenzialmente riconducibile al balzo in avanti evidenziato dall’export verso il Giappone (307 tonn. contro le 51 del primo semestre 2010) divenuto secondo mercato di riferimento per questi prodotti. Primo semestre molto positivo, infine, anche per la bresaola: +8% per 1.236 tonnellate e +10% per 21,5 milioni di euro. Ottima in particolare la performance sui mercati comunitari cresciuti complessivamente di 14,1 punti percentuali in quantità e 17,3 in valore (per 967 tonn. e 16,7 milioni di euro). Determinante per l’ottenimento di questo risultato è stato l’andamento del mercato francese (+83,7%) a cui ha fatto eco il buon andamento del Regno Unito (+36,3%).
ASS.I.CA. – Associazione Industriali delle Carni – ASS.I.CA., Associazione Industriali delle Carni, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito di Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASS.I.CA. copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 190 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASS.I.CA. si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.