L’instabilità dei mercati delle materie prime agricole e i picchi dei prezzi alimentari, la crescita demografica e la modificazione delle diete a livello globale, i vincoli ambientali alla produzione di cibo
e le conseguenze del cambiamento climatico: sono tutti elementi che compongono uno scenario di nuova scarsità. Il cibo costerà di più per tutti, con un impatto che sarà più forte sulle fasce più povere della popolazione mondiale, ma che si farà sentire in modo diretto e indiretto anche nei paesi ricchi. I «segni del tempo» sono ovunque, il più clamoroso è l’esponenziale incremento della domanda internazionale di terra: paesi dotati di grande liquidità ma di scarse estensioni di superfici coltivabili, multinazionali agricole, agglomerati finanziari di diversa natura hanno iniziato ad acquisire o affittare milioni di ettari, soprattutto nelle aree più povere del globo, comprando pezzi interi di altri continenti. Con quali conseguenze per gli equilibri economici e politici internazionali? Con quali effetti sul benessere di aree come l’Italia e l’Europa, coinvolte in questo movimento dalla sempre maggiore integrazione del mercato delle materie prime agricole nella finanza globale? La corsa alla terra delinea i contorni di un futuro in cui l’agricoltura sarà sempre di più un settore strategico e il controllo dei suoli fertili sarà sempre più cruciale per lo sviluppo delle nazioni. Per affrontare questi problemi non serve invocare la
paura del nuovo, ma investire in ricerca e modelli di trasferimento dell’innovazione. Non servono politiche fatte in casa, quanto uno sforzo per costruire una politica di sicurezza alimentare coordinata a livello globale. Questo volume, realizzato in presa diretta sugli avvenimenti che stanno sconvolgendo l’equilibrio alimentare mondiale, con il contributo di studiosi, politici ed esperti di diverse estrazioni,
parla proprio di questo: del nuovo scenario, delle sfide che pone, delle iniziative praticabili per affrontarle.
S.G./A.D.C. (Da Dimensione Acricoltura – Cia Toscana – Novembre 2011)
Leggi l’intervista a Paolo De Castro