Export vino, primo semestre 2011 al +13%

Il 2011 che sta per chiudersi – come emerge dall’abstrac MPS Ismea presentato al Forum Montepaschi – è destinato a segnare numeri record per l’export del vino italiano che, oltre che in mercati consolidati come la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti, evidenzia ottime performance anche in Russia, dove il vino del Belpaese è leader mondiale nelle esportazioni in valore. Bene anche in Cina anche se la concorrenza della Francia è fortissima e i prodotti italiani faticano a trovare la giusta collocazione sul mercato. In coincidenza con la vendemmia più povera dell’ultimo decennio (42 milioni di hl) salgono i prezzi del vino e anche quelli delle uve mentre è ancora in flessione il dato sui consumi interni, che perde un ulteriore 1%. Il clima che si respira tra le aziende invita comunque alla fiducia: la maggior parte delle aziende crede ad una crescita degli ordinativi nei prossimi mesi. E’ questa una sintesi dell’ampia fotografia scattata da Ismea sul mondo del vino italiano, attraverso il monitoraggio delle aziende che fanno parte del Panel Ismea dell’Industria Alimentare, che comprende complessivamente 1.300 imprese italiane.

Produzione – Nel 2011 la produzione di vini e mosti in Italia è stimata in calo a 42 milioni di hl, il valore più basso degli ultimi 10 anni (erano stati 47 i milioni di hl lo scorso anno). Oltre al clima ad incidere è la “vendemmia verde”, pratica attivata in varie regioni, in particolare in Sicilia. Il patrimonio viticolo nazionale è in continua diminuzione: sono 650 mila gli ettari vitati in Italia. Nella campagna 2010/2011 sono state infatti accolte domande di estirpazione per 9.288 ettari, che si vanno ad aggiungere ai 22.312 delle due campagne precedenti. Il vitigno italiano è molto ricco e regionalizzato: sono circa 240 le varietà che coprono l’85% della superficie totale. In Francia, secondo le stime della vendemmia 2011, la produzione è oltre i 50 milioni di ettolitri: l’Italia torna quindi al secondo posto tra i principali produttori di vino del mondo, davanti alla Spagna.

Export – Il commercio estero si conferma il principale trascinatore della domanda di vino italiano. Il 2011, sulla scia di un buon 2010, è un ottimo anno per gli scambi internazionali, con il primo semestre che si chiude con una significativa progressione: +13% in valore e +8% in volume. Continua la crescita della quota di vini sfusi che trainano l’export con un incremento del 34% a fronte del 5% dei confezionati. L’Italia rimane il primo esportatore mondiale in termini di volumi, con una media di 19,2 Mln di hl di vino esportati negli ultimi 5 anni ma è ancora seconda dopo la Francia in termini di incassi. Nel primo semestre 2011 le esportazioni italiane hanno addirittura superato gli 11 Mln di hl. Bene anche i corrispettivi, saliti ad oltre 2 miliardi di euro. Il 2011 potrebbe essere un anno record per le esportazioni di vino italiane sia in termini di volume che di valore.

Mercati di sbocco – Germania, Regno Unito e Stati Uniti assorbono complessivamente oltre il 40% del totale del vino prodotto nel mondo. A questi si aggiunge la Russia che, dopo le flessioni del 2008 e del 2009, ha riportato la propria domanda complessiva oltre i 5 milioni di ettolitri. Le aziende italiane, oltre a tenere posizioni acquisite in mercati “maturi”, come Germania e Stati Uniti (che da soli assorbono mediamente il 47% in volume ed il 43% in valore delle esportazioni di vino italiane), hanno anche guadagnato spazi in mercati “emergenti” come Russia e Cina. In Russia l’Italia ha la leadership mondiale per quanto riguarda le esportazioni in valore. In Cina, sebbene le importazioni di vino italiano siano in continua crescita, il Bel Paese stenta a trovare una giusta collocazione sul mercato: sono italiani solo il 6% dei vini importati rispetto al 46% proveniente dalla Francia. Tra i motivi, al netto di quelli di organizzazione commerciale, la mancata conoscenza dei vini di alta gamma che subiscono la concorrenza francese, mentre quelli di fascia media non riescono a tenere la concorrenza dei vini cileni o australiani.

Consumi interni – Continua la flessione dei consumi nazionali che, per la prima volta negli ultimi 30 anni, sono scesi sotto la soglia dei 40 litri pro capite nel corso del 2009. Nei primi 8 mesi del 2011, gli acquisti in volume presso la distribuzione moderna fanno registrare un ulteriore calo, pari all’1%. Anche le indicazioni che giungono dalla spesa per vini e spumanti presso gli stessi canali non sono molto incoraggianti: la spesa tra gennaio e agosto 2011 è cresciuta ma di un modesto 1%.

Clima di fiducia – L’indice, calcolato da Ismea, mostra per il terzo trimestre 2011 una decisa progressione (15,6), rispetto al trimestre precedente (6,7) del livello di fiducia delle aziende italiane. Il settore del vino è quello con la miglior performance di tutto l’agroalimentare. Sono buone le aspettative per i mesi futuri: più di un terzo del panel di industrie di Ismea prevede un aumento degli ordinativi.

Performance finanziarie – Nel 2010, le imprese dell’industria del vino hanno registrato un forte recupero dei ricavi, dopo la flessione del 2009. Continua a diminuire, inoltre, il rapporto tra gli oneri finanziari e il Mol, grazie alla riduzione del costo del finanziamento esterno.

Prezzi del vino – Il 2011 dovrebbe confermarsi un anno favorevole per il comparto vitivinicolo. Il calo della produzione italiana ed un’ottima domanda mondiale hanno avuto effetti evidenti sui prezzi che hanno mostrato aumenti piuttosto consistenti, in particolare con l’inizio della nuova campagna, confermando un trend ormai in atto da fine 2010, sebbene con modalità differenti a seconda del colore e del livello qualitativo che si analizza. In deciso rialzo anche il mercato delle uve.

 

 

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