Non è febbre alta. Ma il termometro indica un leggero stato influenzale per le aziende agricole nel terzo trimestre 2011. Complice il peggioramento della fiducia e la complicazione del quadro economico-finanziario che sta contagiando tutti i settori.
L’indagine – Lo rileva l’Ismea nell’indagine panel sulla congiuntura dell’agricoltura italiana. L’indicatore che sintetizza la percezione degli operatori si è mantenuto, nel terzo trimestre, in territorio negativo – spiega l’Istituto – registrando un leggero peggioramento rispetto ai precedenti tre mesi.
Le preoccupazioni dichiarate della aziende agricole sono ancora prevalentemente imputabili alla dinamica dei costi di produzione, in previsione soprattutto di un proseguimento delle tensioni sui prezzi di carburanti e fertilizzanti.
Sul mercato – Sul versante delle vendite, tra l’altro, il mercato, a giudizio degli operatori, non presenta prospettive migliorative nelle condizioni attuali, in un trimestre in cui hanno prevalso i pareri negativi anche sull’andamento degli affari correnti. Dalle risposte – prosegue l’Ismea – emergono comunque situazioni e giudizi differenziati, con prospettive e opinioni decisamente migliori, rispetto alla media, sull’evoluzione congiunturale nei comparti vitivinicolo e della zootecnia da carne, quest’ultima favorita da una minore pressione dei costi.
Meglio all’estero che in Italia – In generale, i giudizi sulla domanda interna, seppure migliorativi rispetto all’anno scorso, riflettono una scarsa soddisfazione da parte delle aziende agricole. All’estero, al contrario, le richieste si mantengono su livelli considerati normali, con una prevalenza di pareri positivi nei comparti dell’olio di oliva e della zootecnia da carne. I dati rilevati – conclude l’indagine – confermano in agricoltura una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali anche nel terzo trimestre dell’anno. Al riguardo, il 95% degli operatori non ha indicato, tra luglio e settembre, variazioni di rilievo rispetto ai precedenti tre mesi.