Il codice fiscale (almeno la prima parte) è assai simile, ma per Franco (leggi curriculum)e Francesco Braga (curriculum) il destino è stato diametralmente opposto. Il primo, ingegnere civile edile, docente di Tecnica della Costruzione alla Sapienza e presidente della Associazione di ingegneria sismica, va ad occupare la poltrona di sottosegretario all’Agricoltura, nel Ministero di Mario Catania; il secondo dottore agronomo iscritto all’Ordine di Milano (con moglie collega iscritta all’Ordine di Pavia) resta nella sua pur prestigiosa cattedra dell’Università canadese di Guelph e incaricato alla Cattolica. Senza nascondere una evidente e giustificabile delusione. Anche perché come ha confessato questa sera a La zanzara (Radio 24) “alle Politiche agricole sarebbe stato più competente un dottore agronomo piuttosto che un ingegnere”. Come dargli torto.La gaffe e l’imbarazzo del Ministero di via XX Settembre è durata a lungo con Francesco Braga che era stato inizialmente nominato, e che aveva accolto – con grande soddisfazione – la notizia raggiunto telefonicamente da Roma mentre si trovava in Canada. Ricevendo nelle ore successive le congratulazioni di gran parte del mondo agricolo, e da molti colleghi italiani, perché “era la persona giusta al posto giusto”. Sì, per qualche ora il dottore agronomo Francesco Braga è stato il sottosegretario del Governo Monti, con tanto di valigia pronta per rientrare in Italia.
Chi giura? – Ma, intanto, al giuramento di Palazzo Chigi non si era presentato né Franco né Francesco, perché, appunto, non si sapeva ancora chi sarebbe stato il prescelto. Franco Braga, oggi sottosegretario, indicato da Altero Matteoli, sarebbe dovuto andare alle Infrastrutture (anche secondo le indicazioni dell’ex ministro di Cecina), vista la sua preparazione professionale. Insomma il pasticcio è stato completo, colpa di omonimia, certo, con tanto di scuse all’agronomo con cattedra in Canada, fatte con una telefonata giunta dal Ministero: “Ci scusiamo, ma non è lei il sottosegretario indicato”. E così l’agricoltura deglutisce un altro boccone amaro, una beffa perché un super-tecnico all’agricoltura – perchè tale sarebbe stato un dottore agronomo -, in un governo di tecnici, male non ci sarebbe stato.
Scaramuzzi (Georgofili) – Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dei Georgofili Franco Scaramuzzi, preoccupato per quest’alone di superficialità che circonda il settore primario: «Prima il toto-ministri – ha detto – aveva omesso di considerare il Ministero dell’Agricoltura». Poi il caso dei due sottosegretari per un posto: «E’ incredibile – ha aggiunto Scaramuzzi – che il settore primario possa essere così trascurato. Non si può indebolire l’immagine del Ministero che rappresenta la nostra Nazione nei consessi mondiali nei quali l’agricoltura è oggi al centro delle soluzioni di grandi problemi quali la sicurezza alimentare, gli effetti dei cambiamenti climatici, le risorse energetiche rinnovabili».