“Le risorse, che si annunciano, peraltro, sempre più esigue, devono essere destinate ai veri agricoltori professionali, alle aziende che operano nel mercato dei prodotti e del lavoro. Noi ci battiamo per sostenere gli imprenditori agricoli, non i percettori delle rendite fondiarie e parassitarie. La Pac 2014-2020 deve porre al centro l’agricoltura e le imprese agricole”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi intervenendo oggi a Roma al convegno promosso da Sinistra ecologia libertà (Sel) sulla riforma della Politica agricola comune e le prospettive del settore primario in Italia. “Per noi la nuova Pac -ha aggiunto Politi- deve avere precisi obiettivi: l’efficienza del mercato; il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; la diffusione dell’economia contrattuale; misure per favorire il ricambio generazionale; il sostegno degli strumenti (assicurazioni e fondi di mutualità) per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato”.
Preoccupazione – “In queste ultime settimane, anche in incontri istituzionali (con il ministro delle Politiche agricole Mario Catania, con il commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos e con il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro) abbiamo espresso -ha rimarcato il presidente della Cia- grande preoccupazione per le proposte formulate dall’Esecutivo comunitario. Sono fortemente penalizzanti per la nostra agricoltura e rischiano di mettere fuori mercato molte imprese. Il modello di Pac delineato non è assolutamente la risposta più adatta per i produttori agricoli italiani. Per tale ragione è indispensabile battersi con determinazione e fermezza per tutelare il reddito e il lavoro dei veri agricoltori, di chi vive di agricoltura”.
Appello – “Da qui il rinnovato appello al governo nella sua collegialità affinché -ha rilevato Politi- nel complesso negoziato comunitario sulla Pac 2014-2020 ci sia una posizione forte, autorevole e condivisa in grado di far valere le ragioni dei nostri agricoltori. Una posizione del ‘sistema Paese’. Ecco perché occorre un tenace ‘gioco di squadra’. Contiamo, quindi, sulla sensibilità del premier Mario Monti. Oltre a governo, regioni e tutte le componenti della filiera agroalimentare, è fondamentale anche saldare l’azione con il Parlamento europeo e soprattutto con il presidente De Castro, che in più occasioni si è espresso per una riforma equilibrata ed efficiente per dare risposte chiare agli imprenditori agricoli”. “Nelle trattative Ue, che si preannunciano molto difficili, è in ballo -ha affermato il presidente della Cia- una partita molto grande che non si può perdere: il futuro di centinaia di migliaia di imprese che rappresentano un patrimonio inestimabile per l’apparato economico, per l’intera società italiana”. “La Cia -ha concluso Politi- porterà avanti tutte le iniziative necessarie per difendere gli agricoltori. Un’azione incisiva per scongiurare il rischio che la nuova Pac contenga misure penalizzanti per chi lavora nelle campagne, per chi è costretto a muoversi tra costi onerosi e soprattutto in mancanza di un nuovo progetto di politica agraria nazionale”.