"Bisogna aprire subito un tavolo di confronto con il governo sul problema dell’Imu dei fabbricati rurali. Rinnoviamo l’appello affinché l’aumento dell’imposta, fortemente onerosa per le imprese agricole, venga bloccato. Il provvedimento inserito nella manovra economica avrebbe, infatti, effetti devastanti per l’agricoltura, che già si trova ad operare tra grandi difficoltà, con costi di produzione e contributivi sempre più pesanti". Lo ha sostenuto il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi. "Accanto a questo indispensabile intervento -ha aggiunto Politi- occorre predisporre in tempi rapidi misure realmente mirate al rilancio dello sviluppo e della competitività delle aziende agricole, che nella manovra del governo Monti non hanno ricevuto alcun sostegno in questa direzione". "Senza tali provvedimenti -ha concluso il presidente della Cia- l’agricoltura subirebbe un colpo durissimo, con conseguenze drammatiche non solo per le imprese del settore, ma anche in termini economici e occupazionali per l’intero Paese".
Coldiretti – La manovra avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole . E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti del decreto “Salva Italia” che farà pagare alle imprese agricole attraverso l’ IMU un aumento insostenibile, stimato in un miliardo di euro. “Per senso di responsabilità abbiamo scelto di non manifestare in piazza – spiega il presidente di Coldiretti Sergio Marini – ma la manovra riserva una serie di iniquità al settore primario. ”. “Il bene terra, se utilizzato come fattore della produzione in un’impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a fondi agricoli speculativi o per fini hobbistici”. “ E’ evidente che finita “l’emergenza manovra” – sostiene Marini – dobbiamo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo. Ruolo che evidentemente a troppi ancora sfugge”. Ecco alcuni esempi dell’impatto dell’Imu sulle aziende agricole, a cura dell’Ufficio Fiscale Coldiretti. Per una stalla di 480 metri quadrati, con rendita di euro 3.800, si pagheranno ex novo 479 euro. Un terreno agricolo con rendita catastale pari a 1.000 euro comportava sino ieri una tassa di 1.009 euro. Con l’Imu l’imposta sarà di 1.140 euro, 131 euro in più. Una casa di abitazione principale “rurale” con rendita catastale di euro 680 porterà, infine, una tassa di 456,96 euro, a cui vanno sottratti i 200 euro di riduzione per le abitazioni principali, per un esborso di 256,96 euro. Peraltro è grave secondo Coldiretti, l’esclusione delle imprese agricole dalle misure di sostegno alle piccole e media imprese, mentre verranno rideterminate le aliquote contributive di coltivatori diretti, mezzadri e coloni, con ulteriori oneri. “Nessuno come noi agricoltori sa bene cosa siano i sacrifici e come il contributo al bene del Paese rappresenti un dovere per tutti – conclude Marini -. Noi non ci tiriamo indietro, ma misure di equità e per la crescita devono riguardare anche il nostro settore, e queste misure nella manovra non ci sono”.