Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Sardegna Oscar Cherchi.
Assessore Cherchi, che 2011 è stato per l’agricoltura della sua regione, faccia un breve bilancio.
Non è stato un anno facile in nessun settore economico, ma alcuni risultati conseguiti nel corso del 2011 mi stimolano a guardare con maggiore ottimismo al prossimo futuro dell’agricoltura sarda. Tra questi il raggiungimento dell’obiettivo di spesa (n+2) delle risorse del Programma di sviluppo rurale, e la quasi totale programmazione e attuazione delle misure previste dalla legge regionale n. 15 del 17 novembre 2010, (“Disposizioni in materia di agricoltura”). Resta ancora molto da fare ma vedo intorno a me gente decisa e di buona volontà, sia nelle istituzioni che nel mondo agricolo. Cresce sempre più la consapevolezza di voler remare nella stessa direzione
Cosa le piace e cosa non le piace della proposta di riforma della Pac, presentata recentemente (12 ottobre) dalla Commissione Europea, per quanto riguarda la sua regione?
Come gli altri periodi di programmazione, quelli trascorsi e quelli ancora in corso, la nuova PAC 2014-2020 rappresenta senza dubbio un’ulteriore opportunità per il potenziamento e il miglioramento dell’agricoltura sarda. Un aspetto da considerare positivamente è senza dubbio l’introduzione del nuovo regime di pagamento di base e dell’aggiuntivo pagamento per ettaro; al pagamento per ettaro, come è noto, gli Stati membri dovranno obbligatoriamente riservare il 30% delle dotazioni nazionali e sarà pagato a condizione che le aziende si impegnino al mantenimento del pascolo permanente, alla diversificazione delle colture e al mantenimento di un’area di interesse ecologico, condizioni non difficili da osservare in Sardegna dove l’agricoltura è basata principalmente sull’allevamento degli ovini e in misura minore dei bovini e dei caprini. Una critica, anche se minima, che può essere rivolta invece alla nuova PAC riguarda la nuova articolazione delle misure per lo sviluppo rurale, si passa infatti dall’attuale articolazione in tre assi collegati a tematiche economiche, ambientali e sociali, a quella basata su sei priorità. Si pone infatti un problema di informazione degli utenti, costretti ad apprendere una nuova organizzazione degli strumenti di finanziamento per loro disponibili.
Quali sono i principali punti di forza e le maggiori criticità della “sua” agricoltura?
Uno dei punti di forza dell’agricoltura sarda è certamente la bontà delle produzioni. Una bontà non solo intrinseca, che discende da un’agricoltura praticata in una regione a bassissima antropizzazione, ma che sempre più spesso è certificata e garantita da percorsi di qualità condotti sulla base delle norme nazionali e comunitarie in materia. Si pensi ai vini a marchio (DOC, DOCG e IGT) oppure alle produzioni che si fregiano a ragione del marchio DOP o IGT. La debolezza invece deriva da fattori storici quali la frammentazione e polverizzazione della proprietà fondiaria che, di fatto, impedisce l’ammodernamento delle imprese agricole e le rende eccessivamente vulnerabili nei confronti del mercato.
Fra i problemi del mondo agricolo la forse eccessiva burocrazia: quali sono le principali azioni fatte in questa direzione e quelle in programma?
La Regione Sardegna ha da tempo avviato un percorso di informatizzazione di tutti i procedimenti proprio con lo spirito di abbreviare i tempi della burocrazia. Sono state in questo modo semplificate le procedure e ridotti notevolmente i tempi di gestione delle istanze rivolte dagli utenti all’Amministrazione, che diventa così sempre più trasparente.
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Sardegna.
Dare un giudizio, addirittura un voto, ad un mondo così complesso come quello dell’agricoltura in generale, e in particolare di una realtà ancora più articolata come quella della Sardegna, è un compito difficilissimo. Come ho già detto ci sono delle cose che funzionano benissimo e che vogliamo mantenere in efficienza, ed altre da migliorare. Come spesso dicevano gli insegnanti…., si può fare di più. E abbiamo tutta l’intenzione di seguire il consiglio.
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