Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto .
Assessore Sacchetto, che 2011 è stato per l’agricoltura della sua regione, faccia un breve bilancio.
Il 2011 è stato un anno intenso, impegnativo, durante il quale si sono dovute attuare strategie che facessero convergere esigenze e priorità del comparto agricolo con quelle che erano le risorse effettivamente a disposizione, indubbiamente meno abbondanti di qualche anno fa. Ciò nonostante si è lavorato costantemente con la volontà di portare a termine gli obiettivi prefissati. Alcuni risultati molto soddisfacenti sono andati in porto: penso all’anticipo Pac Domanda Unica a luglio (risultato mai raggiunto in Piemonte), il saldo della stessa a metà dicembre, il prezzo indicizzato del latte, i Piani verdi, il finanziamento dei confidi, i processi di sburocratizzazione. Queste le attività principali, ma si è lavorato quotidianamente con un unico grande fine: il bene dell’agricoltore.
Cosa le piace e cosa non le piace della proposta di riforma della Pac, presentata recentemente (12 ottobre) dalla Commissione Europea, per quanto riguarda la sua regione?
Il mio giudizio sulla proposta di riforma Pac si rifà alle critiche emerse in tutta Europa in seguito alla presentazione del documento: ho sempre ritenuto fondamentale, nell’immaginare la nuova Pac, partire dal presupposto di non diminuire le risorse a disposizione dell’agricoltura. Al contrario, da questo punto di vista l’Italia, e dunque il Piemonte, è stata fortemente penalizzata; è sbagliato distribuire gli aiuti seguendo esclusivamente il criterio della superficie agricola. Inoltre desta particolare preoccupazione il peso dell’ambiente e del suo rispetto nella programmazione delle nuove regole (il cosiddetto “greening”): sembrerebbe quasi che l’agricoltura debba rimediare a un impatto ambientale negativo, che nella realtà dei fatti non si verifica. Insomma il giudizio è più negativo che positivo, ma resta l’ottimismo per un dibattito pacifico ma fruttuoso attraverso il quale modificare e migliorare la bozza presentata: il 2012 sarà fondamentale in questo senso.
Quali sono i principali punti di forza e le maggiori criticità della “sua” agricoltura?
Non mi piace pensare a settori di forza opposti a situazioni cronicamente critiche. Preferisco guardare alla vivacissima agricoltura piemontese come un comparto caratterizzato dalla varietà dei comparti, dalla zootecnia da carne alla frutticoltura, dal lattiero caseario alla risicoltura, senza dimenticare il vitivinicolo. Con il trascorrere del tempo e il susseguirsi delle stagioni è naturale che alcuni ambiti possano soffrire più di altri. Nel 2011 per esempio il settore carne ha incontrato qualche difficoltà, in particolare gli allevamenti di suini, ma una tendenza positiva sembra prendere corpo già in questi mesi. Allo stesso modo anche il settore frutta ha dovuto fare i conti con una serie di fattori, tra gli altri il clima particolare dell’ultima estate, che hanno comportato un calo dei ricavi da parte dei produttori. D’altro canto il vitivinicolo nel complesso, sia nei rossi che nei bianchi, si è lasciato alle spalle la pessima annata 2009; buoni riscontri anche nell’ambito dell’agroalimentare, dove la qualità ha fatto la differenza.
Fra i problemi del mondo agricolo la forse eccessiva burocrazia: quali sono le principali azioni fatte in questa direzione e quelle in programma?
Si può dire che la sburocratizzazione è un mio cavallo di battaglia: l’obiettivo finale è quello di creare, in tutti gli ambiti di lavoro degli agricoltori, un contesto professionale che faciliti, anziché ostacolare, l’attività del lavoratore. Così semplice e lineare il ragionamento a parole, è raro nella realtà. Solo nel 2011 abbiamo deliberato a settembre il nuovo regolamento forestale, più snello e meno vincolante, a ottobre sono state alleggerite le pratiche del settore zootecnico relative i P.U.A., un tavolo vitivinicolo appositamente finalizzato a tagliare il fitto bosco burocratico si è insediato il 7 novembre. Inoltre alcuni bandi e determinate procedure promosse dalla Regione sono state avviate già attraverso percorsi velocizzati e pratici. Anche nel 2012 la semplificazione sarà tra le priorità dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura.
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura del Piemonte.
Più che un voto numerico preferisco dare un giudizio generico nel complesso positivo: come già precedentemente accennato, in questo 2011 si è dovuto lavorare in condizioni di risorse non ottimali, ciò nonostante si è razionalizzato e programmato meticolosamente ottenendo la quasi totalità degli obiettivi prefissati a inizio anno. Questa soddisfazione per i risultati raggiunti deve essere accompagnata però dalla consapevolezza di dover lavorare ancora molto anzi, moltissimo, tanti sono gli ambiti sui quali abbiamo intenzione di intervenire ancora per migliorare il contesto in cui l’agricoltore piemontese opera quotidianamente.
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