Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori .
Assessore Salvadori, che 2011 è stato per l’agricoltura della sua regione, faccia un breve bilancio.
E’ stato un anno caratterizzato, anche per l’agricoltura, dalla crisi e dalle difficoltà che hanno colpito l’economia del nostro Paese e non solo. Anche se i dati a consuntivo dell’annata agraria non sono definitivi, ci risulta una diminuzione generalizzata della produzione e dunque della ricchezza per i produttori. In questo contesto si registrano però segnali importanti. Il primo riguarda il grande interesse che hanno registrato i nostri Progetti Integrati di Filiera, che denota la volontà degli agricoltori di affrontare le difficoltà in maniera decisa e forte in tutti i settori.
Cosa le piace e cosa non le piace della proposta di riforma della Pac, presentata recentemente (12 ottobre) dalla Commissione Europea, per quanto riguarda la sua regione?
La prima cosa che non mi piace, ma sopratutto che ritengo sbagliata, è la penalizzazione fianziaria dell’Italia nel piano di riparto fra gli Stati. Mi auspico che venga superata e che si giunga ad un riequilibrio, in particolare per quanto riguarda le risorse destinate al Piano di Sviluppo Rurale. Sono preoccupato per quanto riguarda il “greening”, che mi auguro ritorni alla sua funzione originale. Se questo non dovesse accadere per l’agricoltura toscana vi saranno ripercussioni negative importanti. Da un ulteriore approfondimento del Regolamento emergono inoltre altre caratteristiche negative come l’appesantimento burocratico che emerge dalla riforma. Il bello è che si parla sempre di semplificazione!
Quali sono i principali punti di forza e le maggiori criticità della “sua” agricoltura?
Uno dei punti che rappresenta allo stesso tempo la forza e la debolezza dell’agricoltura toscana è dato dalla frammentazione e dalla piccola dimensione delle sue imprese. Da un lato questa è una condizione per tutelare meglio la qualità dei prodotti, ma dall’altro impedisce la penetrazione dei mercati e la capacità di fare sistema per quanto riguarda l’accesso al credito e la promozione. Non vorrei per forza grandi imprese, ma imprese che costruiscono reti e rapporti sistemici fra di loro sì! Un’altra grande criticità si registra nel settore olivicolo. Dobbiamo costruire un’azione strategica che porti all’abbassamento dei costri di produzione e trasformazione e all’utilizzo dei sottoprodotti, come la sansa e le acque di vegetazione. Un altro punto sul quale dobbiamo impegnarci è l’allargamento dell’olio Igp.
Fra i problemi del mondo agricolo la forse eccessiva burocrazia: quali sono le principali azioni fatte in questa direzione e quelle in programma?
Abbiamo costruito le condizioni per dimezzare i tempi di assegnazione delle risorse, in particolare per quanto riguarda le misure sugli investimenti del Piano di Sviluppo Rurale. Abbiamo coinvolto ancora più attivamente i CAA, i Centri di Assistenza agricola, facendo gestire loro anche i fascicoli relativi al Psr, il piano di sviluppo rurale. Abbiamo ridotto da 33 a 11 i livelli di programmazione e abbiamo in ponte una modifica dell’Artea, l’agenzia toscana per le erogazioni in agricoltura.
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Toscana.
Non un voto, ma un giudizio: Promossa. Promossa per la caparbia determinazione degli agricoltori toscani ad andare avanti e non farsi sconfiggere dalla crisi.
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