Gli assessori regionali brindano con agricultura. Fiducia e Pac da migliorare

Penalizzante, sconvolgente, preoccupante, sbagliata. Sono soltanto alcuni degli aggettivi sulla proposta della nuova Pac 2014-2020 formulati per agricultura.it, nell’ormai consueto incontro di fine anno, dagli assessori regionali all’agricoltura. Le misure del “greening” rappresentano il boccone più indigesto che la nostra agricoltura, da Nord a  Sud da buttare giù, ma c’è ancora tempo per recuperare. Ma c’è anche a chi la nuova Pac non dispiace e vi vede concrete prospettive di sviluppo, già così come si presenta adesso la riforma.

Penso positivo – In generale il voto sullo stato di salute dell’agricoltura 2011 è positivo, anche se con sfumature diverse. In primis se si pensa all’impegno e alla professionalità degli agricoltori. Si punta sulla qualità delle produzioni legate al territorio, e sull’aggregazione delle imprese, al fine di dare maggiore forza alle filiere. Inoltre gli assessori all’agricoltura sono praticamente tutti concordi nel ritenere eccessiva la burocrazia a danno delle aziende agricole, e così l’opera di sburocratizzazione e di riduzione dei costi pubblici è in fase operativa un po’ dappertutto, magari iniziando proprio con la soppressione delle varie agenzie regionali. I giovani saranno il futuro (ovviamente) ma vanno sostenuti con l’innovazione, e favorendo gli investimenti. Ma vediamo cosa hanno risposto ad agricultura.it su anno 2011, Pac, punti di forza e debolezza, burocrazia gli assessori regionali. Queste sono alcune delle sintesi estrapolate, ma cliccando sul nome dell’assessore si può leggere l’intervista completa.  

Per Giulio De Capitani (Lombardia)  “Il 2011 è stato un anno di ripresa, soprattutto per il settore suinicolo”. Sulla Pac ha detto “Le misure greening ricoprono il 30% degli aiuti diretti della Pac e, così come sono state formulate, rischiano di penalizzare ulteriormente proprio i sistemi agricoli più produttivi, quali quelli della Lombardia e di tutta la pianura padana. Occorre invece consentire una maggiore flessibilità territoriale. Come Regione Lombardia abbiamo proposto un sistema di compensazione fra aziende di uno stesso territorio, in modo da poter trasferire titoli greening tra un’impresa che ne ha in eccesso a una che ne difetta”

Anche per Dario Stefàno (Puglia) la Pac così come è non va: "Penso, ad esempio, al fatto che la proposta inquadra tutto il “greening” introducendo meccanismi che alimentano le complicazioni burocratiche, anziché risolverle, ed escludono le colture arboree: questo naturalmente assume carattere di evidente criticità per una regione come la Puglia la cui traccia principale è proprio data dalla coltura arborea. Non a caso siamo la prima regione per produzione di olive da olio, giusto per fare un esempio". Per Stefàno il made in Puglia è un brand vincente, grazie all’aspetto “identitario dell’agricoltura pugliese, quale tradizione produttiva, che è anche sociale e culturale, avendo disegnato geneticamente le nostre comunità. Un aspetto, questo, che conferisce al comparto, agli operatori ed ai nostri agricoltori una sapienza ed una capacità riconosciute in tutto al mondo” e poi va sottolineata la crescita dei giovani.

Sulla PAC, dice ad agricultura.it Tiberio Rabboni (Emilia Romagna): "Non mi piacciono molte cose: il criterio della superficie per la determinazione dei budget nazionali, il greening cosi’ come è stato proposto, la mancanza di sostegni all’agricoltura di qualita’, il fatto che le politiche per la stabilizzazione del reddito (assicurazioni e fondi mutualistici) siano collocate nelle attivita’ di sviluppo dei territori rurali in competizione con altre priorita’ e non nei pagamenti diretti alle imprese, la inadeguatezza delle cosiddette politiche di mercato,di quelle per il contrasto alla volatilita’ dei prezzi internazionali o, ancora, il silenzio sul riequilibrio dei rapporti tra agricoltura e Grande Distribuzione". Sull’agricoltura regionale: “Tra i punti di forza sicuramente l’alta qualità delle produzioni, la loro distintivita’ ed affidabilita’, la stretta compenetrazione con le attivita’ di conservazione, trasformazione e valorizzazione commerciale, un elevato livello di adesione  alle reti d’impresa per la commercializzazione, assistenza tecnica e l’innovazione,  una grande realta’ cooperativa e una significativa presenza di distretti produttivi agroalimentari".

Agricoltura toscana è "promossa" per Gianni Salvadori (Toscana) . "Uno dei punti che rappresenta allo stesso tempo la forza e la debolezza dell’agricoltura toscana – ha detto Salvadori ad agricultura.it – è dato dalla frammentazione e dalla piccola dimensione delle sue imprese. Da un lato questa è una condizione per tutelare meglio la qualità dei prodotti, ma dall’altro impedisce la penetrazione dei mercati e la capacità di fare sistema per quanto riguarda l’accesso al credito e la promozione. Non vorrei per forza grandi imprese, ma imprese che costruiscono reti e rapporti sistemici fra di loro sì!"

Claudio Sacchetto (Piemonte) sul 2011: "Abbiamo lavorato costantemente con la volontà di portare a termine gli obiettivi prefissati. Alcuni risultati molto soddisfacenti sono andati in porto: penso all’anticipo Pac Domanda Unica a luglio (risultato mai raggiunto in Piemonte), il saldo della stessa a metà dicembre, il prezzo indicizzato del latte, i Piani verdi, il finanziamento dei confidi, i processi di sburocratizzazione".

"Mi sento di dire  – sottolinea Claudio Violino (Friuli Venezia Giulia) – che l’agricoltura friulana in futuro o sarà friulana o non sarà. Mi spiego meglio: visti i nostri piccoli numeri, la nostra agricoltura può avere uno sviluppo solo se lega le sue produzioni al territorio. Da diverso tempo ormai mi sto quasi impuntando per sviluppare un nuovo modello economico, non solo agricolo, che possa dare sviluppo all’intero nostro territorio, composto da tante piccole ma eccellenti realtà che devono sgomitare per farsi conoscere in Europa e per affermare il loro essere friulani".

Il voto all’agricoltura dell’Alto Adige? "8 meritato" dice Hans Berger (Alto Adige)”Alla burocrazia di casa nostra abbiamo dichiarato guerra già da diversi anni e abbiamo cercato fortemente di ridurla in molti campi, adottando la digitalizzazione e regole chiare. Su questa strada intendiamo proseguire anche in futuro". Fra i punti di forza “L’ammirevole attaccamento dei nostri contadini alla propria terra ed all’attività agricola.” E fra le debolezze: ”L’agricoltura sudtirolese deve però fare i conti anche con debolezze e limitazioni, rappresentate anzitutto dagli svantaggi naturali con cui le regioni alpine devono convivere. Da ciò deriva la strutturazione relativamente limitata delle nostre aziende e quindi la necessità di ricorrere a fonti di reddito extra-agricole".

Aspetti positivi sulla Pac per Oscar Cherchi (Sardegna): “Un aspetto da considerare positivamente è senza dubbio l’introduzione del nuovo regime di pagamento di base e dell’aggiuntivo pagamento per ettaro; al pagamento per ettaro, come è noto, gli Stati membri dovranno obbligatoriamente riservare il 30% delle dotazioni nazionali e sarà pagato a condizione che le aziende si impegnino al mantenimento del pascolo permanente, alla diversificazione delle colture e al mantenimento di un’area di interesse ecologico, condizioni non difficili da osservare in Sardegna dove l’agricoltura è basata principalmente sull’allevamento degli ovini e in misura minore dei bovini e dei caprini".

Vilma Mazzocco (Basilicata) parla dell’agricoltura regionale. "Riguardo lo stato di attuazione delle misure del Programma di Sviluppo Rurale, nel 2011 siamo riusciti ad attivarle tutte: solo negli ultimi mesi l’ammontare delle somme decretate supera i 160 milioni di euro e siamo riusciti a perseguire l’obiettivo di spesa fissato per il 31.12.2011 ed a scongiurare il pericolo dell’applicazione, da parte della Comunità Europea, della regola del disimpegno automatico per le risorse del Piano di Sviluppo Rurale, evitando così qualsiasi forma di penalizzazione finanziaria da parte dell’Unione Europea. La Regione, in questo ultimo periodo, si sta impegnando a realizzare un piano di valorizzazione delle produzioni alimentari di filiera. Il nostro obiettivo è quello di diffondere un paniere di prodotti lucani legato al territorio che faccia conoscere le eccellenze dell’agroalimentare che la Basilicata produce. E’ proprio di poche settimane fa l’intesa siglata tra la Regione Basilicata e la Coop Estense per incentivare la promozione dei prodotti lucani nella grande distribuzione, dando così nuovo impulso all’agricoltura di qualità in Basilicata e valorizzando le produzioni alimentari organizzate in filiera".

"L’agricoltura umbra – ha detto ad agricultura.it Fernanda Cecchini (Umbria) -, ma quella Italiana in generale, soffrono di debolezza strutturali, legate, soprattutto, alle piccole dimensioni ed alla scarsa patrimonializzazione, che ci collocano in una posizione di debolezza di fronte alla globalizzazione dei mercati. Oltre a queste criticità l’agricoltura umbra fatica ad affrancarsi da una sorta di “dipendenza” da politiche di sostegno pubblico che, di fatto, hanno condizionato le scelte imprenditoriali e che, non sempre hanno avuto effetti positivi. Le criticità e le opportunità vanno gestite con politiche intelligenti, mirate. Politiche per stimolare l’aggregazione e la costruzione di reti di imprese nei settori più frammentati e meno organizzati per fare massa critica. Coerentemente con questa logica le politiche regionali, soprattutto quelle del PSR con le relative risorse, vanno rimodulate e concentrate su specifici e ben individuati settori in grado di aggredire i mercati nazionali, europei ed extra europei. Va avviata una nuova strategia di promozione integrata che leghi le produzioni locali ai valori ed all’immagine dell’Umbria cuore verde d’Italia. Concentrare gli sforzi e fare squadra, questa è la ricetta per superare le criticità e valorizzare i punti di forza".

Fiducia negli agricoltori per Mauro Febbo (Abruzzo): "Mi piace ricordare – ha detto – ed affermare che il punto di forza del nostro mondo agricolo sono proprio i nostri agricoltori: coloro che con il proprio lavoro, nonostante le concrete difficoltà che devono affrontare quotidianamente, contribuiscono concretamente per un Abruzzo migliore in qualità e benessere. Loro meritano un 10 pieno".

Paolo Petrini (Marche) sul 2011: "Iniziamo col dire che il valore delle produzioni alimentari è in evidente recupero e questo è un primo fattore che terrei ad evidenziare. Altro aspetti positivi sono  la produttività del lavoro che riscontra valori più elevati della media nazionale, i relativamente elevati rapporti commerciali tra aziende agricole e agro-industria ed il fatto che esistano unità produttive di medio-grande dimensione che sono ancora  “nascoste”  dalla massa delle piccole aziende". Sulla sburocratizzazione regionale dice "Quando ho avuto questa delega nel 2005 nel servizio erano occupate 270 persone e versavamo in una situazione di estrema difficoltà rischiando il disimpegno dei fondi comunitari. Oggi il servizio occupa 190 persone e siamo una delle regione maggiormente performanti nella spesa delle risorse del PSR".

Giudizio negativo sulla proposta Pac 2014-2020 per Franco Manzato (Veneto): "Le problematiche create dalla proposta sono di gran lunga superiori alle soluzioni che la stessa avrebbe dovuto assicurare. E questa è una brutta premessa. In agricoltura non vale il sistema del “chiodo scaccia chiodo”: non elimino un problema creandone di nuovi. Di massima non mi piace la concezione stessa con cui si cala la PAC oggi, quasi ultimo baluardo di dirigismo in una economia libera che però in questo segmento va tutelata a livello territoriale perché nessuno può rinunciare all’agricoltura".

Giudizio negativo sulla Pac anche per Vito Amendolara (Campania) secondo cui “lodevole, sicuramente, l’attenzione riservata all’ambiente. Aspetto probabilmente deleterio per il settore agricolo campano, invece, è la decisione di voler garantire il contributo esclusivamente in base alla superficie aziendale. In questo modo, infatti, si agevola l’agricoltura nordeuropea a svantaggio di quella italiana e, in particolare, di quella campana caratterizzata da una maglia poderale non elevata. Anche se gli ultimi dati statistici mostrano un aumento della Sau aziendale. Un ulteriore aspetto da sottolineare è rappresentato dalla necessità di dover fare confluire le risorse, speriamo non ridotte, ai soggetti imprenditoriali che vivono di agricoltura, superando il concetto di realtà fondiaria”.

Nel suo intervento ad agricultura.it l’assessore Michele Trematerra (Calabria) ha parlato anche della situazione della burocrazia in agricoltura a livello regionale: "Per ciò che riguarda la regione possiamo dire che abbiamo nel 2011 fatto significativi passi in aventi per ciò che concerne il rapporto con l’utenza in relazione alla gestione delle istanze di finanziamento. Infatti con l’introduzione del sistema S.A.R.A. abbiamo reso possibile un qualcosa che sembrava, sino a due anni fa, pura utopia. Infatti ogni singola pratica presente nel sistema è monitorabile in tempo reale e consente di dare tutte le informazioni procedurali ad essa riferibili, oltre che avere sempre on line i documenti (mediante il centro scannerizzazione associato al SARA) relativi. Questo consentirà da un lato una ottimizzazione dei tempi di lavoro dei funzionari, dall’altro un sostanziale azzeramento dei tempi di risposta all’utenza.
Ancora per il 2012 abbiamo attivato un sistema di informazione rapido tramite SMS, che acquistiamo in pacchetti da 100.000 e gestiamo con un apposito software per il tramite di Telecom che ci supporta in questa operazione".

Lorenzo Benocci

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