Il Veneto ha aderito al “Progetto di ricerca interregionale sul Cancro batterico del Kiwi”, in base al quale l’Università degli Studi di Udine – Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali, condurrà uno studio triennale di ricerca e sperimentazione interregionale sulle possibilità di contrasto alla batteriosi dell’actinidia, causata dal batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae. La Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore all’agricoltura Franco Manzato, ha aderito infatti all’iniziativa, che richiederà un investimento complessivo di 150 mila euro, ripartito in parti uguali tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
La Giunta ha inoltre approvato la prosecuzione dello studio biologico, già attivato nello scorso biennio, sulla Tignola della patata (Phthorimaea operculella), affidato all’Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali. E’ stato infine deciso di attivare una convenzione con Università degli Studi di Bologna – Dipartimento di “Scienze e Tecnologie Agroambientali” relativa al supporto diagnostico per la determinazione dei fitoplasmi e dei batteri, in considerazione della riorganizzazione del laboratorio dell’Unità Periferica Servizi Fitosanitari. Per questo insieme di finalità sono stati impegnati complessivamente 42.500 euro sul bilancio 2011, mentre per la prosecuzione della ricerca sul cancro del Kiwi si provvederà sui prossimi bilanci.
Cancro del kiwi – “L’intervento principale – ha ribadito Manzato – è proprio quello che si riferisce al Cancro Batterico del Kiwi, una fitopatologia che si è manifestata anche nel Veneto con effetti devastanti, per la quale non esistono al momento rimedi attivi mentre l’unica forma di prevenzione è la distruzione delle piante colpite. Per evitare la riproduzione della malattia, il Veneto ha anche adottato una misura drastica, vietando il reimpianto con materiale vivaistico per tutto il 2012. Stiamo parlando – ha sottolineato l’assessore – di una coltura che ha grande importanza economica per l’economia agricola regionale, che interessa circa 3.200 ettari, con una produzione annua di circa 76 mila tonnellate per un valore di oltre 40 milioni di euro”.
Controlli – Per potere garantire alla filiera vivaistica – frutticola il materiale di moltiplicazione sano e controllato, sarà indagato il rapporto biologico e fisiologico tra patogeno e piante di actinidia nei suoi diversi aspetti, agendo non solo nei diretti confronti dell’organismo nocivo (cosa che finora ha dato peraltro scarsi risultati) bensì anche sulle altre componenti, quali la pianta ospite, le condizioni ambientali, la presenza di vettori ecc., che giocano un ruolo rilevante nella patogenesi e nello sviluppo dell’epidemia. Con il progetto interregionale si privilegia lo studio di interventi sul “parametro pianta”. Ferma restando l’importanza della prevenzione delle infezioni e di tutte le azioni intraprese per il controllo del patogeno, l’intento principale è di ricercare, soprattutto in chiave intravarietale, piante di kiwi meno fragili a PSA di quelle attualmente coltivate, valutando la sussistenza di adattamenti che, nel corso di coevoluzione tra pianta e patogeno, vadano proficuamente a modificare la suscettibilità della pianta ospite.Quanto alla Tignola della patata (Phthorimaea operculella), questo parassita ha manifestato nelle ultime stagioni una notevole recrudescenza, causando danni che si manifestano non solo in campo ma anche nella fase di conservazione in magazzino.