Intervista di agricultura.it al consigliere (con delega Assessorato all’agricoltura) della Regione Campania Vito Amendolara
Dottor Amendolara, che 2011 è stato per l’agricoltura della sua regione, faccia un breve bilancio
“Il 2011 è stato un anno ricco sotto il profilo delle iniziative messe in campo. Basti pensare al progetto ‘Foreste della Campania. Il verde che non ti aspetti’, rientrato nell’ambito dell’anno internazionale delle foreste voluto dall’Onu. Molti anche i progetti di legge messi in campo e in via di approvazione, come la legge regionale sulla Dieta Mediterranea, che promuove uno stile di vita sostenibile mirando ad elevare qualità della vita e sicurezza alimentare. Parlando di programmazione regionale, invece, la Campania è riuscita ad evitare il disimpegno automatico dei fondi europei sia per la pesca che per lo sviluppo rurale”.
Cosa le piace e cosa non le piace della proposta di riforma della Pac, presentata recentemente (12 ottobre) dalla Commissione europea, per quanto riguarda la sua regione)?
“Lodevole, sicuramente, l’attenzione riservata all’ambiente. Aspetto probabilmente deleterio per il settore agricolo campano, invece, è la decisione di voler garantire il contributo esclusivamente in base alla superficie aziendale. In questo modo, infatti, si agevola l’agricoltura nordeuropea a svantaggio di quella italiana e, in particolare, di quella campana caratterizzata da una maglia poderale non elevata. Anche se gli ultimi dati statistici mostrano un aumento della Sau aziendale. Un ulteriore aspetto da sottolineare è rappresentato dalla necessità di dover fare confluire le risorse, speriamo non ridotte, ai soggetti imprenditoriali che vivono di agricoltura, superando il concetto di realtà fondiaria”.
Quali sono i principali punti di forza e le maggiori criticità della “sua” agricoltura?
“Una criticità è rappresentata dalla polverizzazione aziendale, ossia dalle piccole dimensioni delle aziende agricole campane. Il punto di forza, invece, è sicuramente la presenza, su un solo territorio regionale, di tante specificità che rendono l’agricoltura campana unica nel suo genere. Queste specificità hanno un forte legame con il territorio. È come se attraverso l’agricoltura si fornisse una carta d’identità dei territori rurali, del paesaggio e del patrimonio culturale campano. Tutto questo rappresenta un grande fattore di competitività in un mercato globalizzato. Pertanto, la ‘mia’ è un’agricoltura multifunzionale, un bene comune al servizio dei cittadini e, dunque, è capace di svolgere funzioni diversificate che concorrano allo sviluppo socio-economico della regione”.
Fra i problemi del mondo agricolo la forse eccessiva burocrazia: quali sono le principali azioni fatte in questa direzione e quelle in programma?
“Lo snellimento è sicuramente una priorità. Per questo, sono state proposte diverse modifiche al Piano di sviluppo rurale (Psr) atte a favorire una burocrazia meno complessa e più incline a rispondere alle esigenze delle imprese agricole. Alcune proposte sono state già accolte, altre sono in fase di valutazione presso la Commissione europea”.
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Campania
“Un sette pieno, anche alla luce dei risultati positivi portati a casa da un settore che, a differenza di altri, sta sopravvivendo alla crisi, nonostante le gravi carenze infrastrutturali e di liquidità finanziaria. Però, noi non ci accontentiamo e, per questo, contiamo di chiudere il 2012 con un voto ancora più alto. Le prospettive di miglioramento, d’altra parte, ci sono già”.
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