"In Italia un’impresa su cinque appartiene ai settori dell’agricoltura e della pesca, che nel complesso danno lavoro ad oltre 1,1 milioni di addetti. L’industria agroalimentare è il secondo comparto industriale nazionale per valore aggiunto prodotto. Il sistema agroalimentare, dall’agricoltura all’industria, dal commercio ai servizi, attiva oltre il 10% dell’intera ricchezza nazionale. Se da un lato la struttura produttiva è tra le più frammentate e polverizzate, per dimensione economica complessiva siamo ai vertici in Europa. Il valore aggiunto medio per ettaro coltivato è di gran lunga il più elevato, e circa il doppio della media UE. L’Italia esprime quindi un modello ‘ricco’ ma le nostre imprese sono ‘povere’, perché questa torta viene suddivisa tra un numero ancora molto elevato di aziende agricole". Lo ha dichiarato nel corso dell’audizione di fronte alle Commissioni agricoltura del Parlamento il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, che ha poi individuato in quattro punti le priorità della sua azione di governo: le politiche comunitarie ed i negoziati per la nuova Pac e la nuova Pcp; la competitività delle filiere, la promozione del Made in Italy e il contrasto alle crisi di mercato; l’accesso delle imprese al credito e agli strumenti finanziari; il rilancio del Ministero.
Pac – Nell’affrontare il nodo della riforma della Pac, Catania ha spiegato di ritenere che il modello proposto dalla Commissione "sembra considerare una realtà non attuale" perché "non tiene conto dell’evoluzione di fenomeni che si sono accentuati fortemente, quali per esempio la volatilità dei mercati e la concorrenza nelle offerte delle materie prime agricole". "Il risultato del negoziato per la PAC post-2013 – ha aggiunto – si misurerà non solo sulla base delle risorse che riusciremo ad ottenere, quanto anche in considerazione del modo in cui tali risorse saranno impiegate". "Non accetteremo mai – ha insistito – decisioni che vadano contro gli interessi dei nostri agricoltori e dei consumatori italiani".
Italia – Sul fronte nazionale il Ministro ha sottolineato come sia importante che in questa fase del negoziato "tutto il sistema paese si esprima secondo linee condivise" e ha evidenziato la sua soddisfazione per la definizione di una posizione comune da parte di tutte le componenti della filiera agroalimentare e per il documento unitario realizzato dalle Regioni. Catania ha poi precisato lo stato di avanzamento del "pacchetto latte" e del "pacchetto qualità". "Il primo – ha spiegato – ha ricevuto l’accordo politico definitivo nel trilogo della scorsa settimana e contiene importanti innovazioni per modernizzare i rapporti di filiera e soprattutto contiene un successo particolarmente importante per l’Italia: la norma che consente la programmazione produttiva dei formaggi a denominazione di origine. Il secondo richiederà ancora un lavoro negoziale, ma allo stesso modo ci aspettiamo di poter conseguire importanti risultati per il comparto dei prodotti agroalimentari di qualità italiani".
Filiere – Affrontando poi le problematiche del settore agricolo nazionale, il Ministro ha posto l’accendo sulla necessità di innovare e riformare i rapporti interni alle filiere: "Ritengo importante che si riconosca il valore adeguato all’attività agricola, alla relativa trasformazione e alla tutela dell’alimentazione del consumatore". "Abbiamo già avviato la definizione di un tavolo nazionale con le imprese della distribuzione moderna. L’obiettivo di fondo è di impostare nuove relazioni commerciali nelle filiere" a partire da quelle "strutturalmente più esposte" come quella ortofrutticola. "Resta comunque essenziale – ha aggiunto – definire una normativa quadro europea in materia di relazioni contrattuali tra operatori dell’offerta e della distribuzione". In merito al nodo della competitività Catania ha spiegato di ritenerla "racchiusa in un concetto fondamentale: quello della promozione e della tutela del Made in Italy" all’estero, ma anche nel nostro Paese. "Nel quinquennio 2005-2010- ha reso noto – l’export in valore è cresciuto del 35%, e nel primo semestre 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010, l’incremento è stato dell’11%". Il Ministro ha quindi spiegato che l’azione del Mipaaf si svilupperà principalmente su due linee: il sostegno alla riforma delle politiche di promozione dell’Ue, e l’intensificazione delle attività di contrasto alle contraffazioni e all’agropirateria internazionale a danno dei nostri marchi.
Credito – Il Ministro ha quindi affrontato la questione del credito: "Nei mesi passati sono stati definiti alcuni primi interventi con l’estensione al comparto agricolo della cosiddetta esdebitazione, e con la transazione fiscale che permetterà agli agricoltori indebitati con il fisco la soluzione delle proprie pendenze debitorie. Le imprese, tuttavia, hanno bisogno di sforzi aggiuntivi e soluzioni innovative. Il Ministero, attraverso l’Ismea, è direttamente impegnato per rendere accessibili alla più ampia parte delle imprese gli strumenti delle garanzie ma anche delle assicurazioni del reddito. Interventi che potranno trovare piena efficacia se verranno contemporaneamente sostenuti da un nuovo patto con il sistema finanziario nazionale". "È mia intenzione – ha annunciato – attivare, ad inizio 2012,un tavolo di concertazione tra banche, imprese e istituzioni".
Riorganizzazione – Infine Catania ha fatto riferimento ai progetti di rilancio del Ministero, sottolineando che passa per l’approvazione del Decreto di riorganizzazione. "La struttura ministeriale ha ormai raggiunto dimensioni estremamente contenute, avendo subito ben tre norme di riduzione negli ultimi 24 mesi", ha sottolineato precisando che la percentuale di personale adibito a funzioni di supporto è scesa a meno del 10% del totale (9,9%), ben al di sotto dell’obiettivo fissato per legge del 13,5%. Si tratta di uno dei valori migliori a livello di amministrazione statale". "Non posso non richiamare – ha aggiunto – anche gli effetti che i recenti tagli di bilancio determineranno sulla capacità di operare del Ministero" che ha subito tagli agli stanziamento per oltre 168 milioni di euro. Catania ha voluto precisare che questi "non hanno toccato gli interventi per la ricerca, il piano irriguo nazionale e il fondo di solidarietà nazionale". "È indispensabile – ha concluso – che il Parlamento, insieme al Governo, possa rilanciare gli interventi strutturali nel settore agricolo, per garantire al settore la fornitura di servizi e infrastrutture di assoluto rilievo per la sua competitività".