Con un impatto differente da zona a zona del Paese, il decreto legge sulle liberalizzazioni sortirà un effetto positivo per i giovani agricoltori e gli agricoltori attivi. L’Osservatorio di Fieragricola (rassegna in programma dal 2 al 5 febbraio a Veronafiere, www.fieragricola.it) stima infatti che una vendita di almeno il 50 per cento dei circa 338mila ettari (dato elaborato da Coldiretti su fonte Istat ) di terreni agricoli di cui lo Stato è proprietario comporterebbe un contenimento dei prezzi di affitto e di acquisto dei terreni compreso fra il 5 e il 10 per cento, con punte anche superiori in particolari aree destinate alla produzioni di commodities. Questa flessione, naturalmente, comporterà dei benefici significativi per l’ingresso di nuovi imprenditori agricoli sul mercato e di rafforzamento di realtà già esistenti. In particolare, a beneficiarne potranno essere alcune zone dell’area padana, in cui i prezzi di terreni e affitti sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni, trascinati principalmente dalla diffusione delle bioenergie (questo anche in altre aree italiane, a partire dalla Puglia) e dai vincoli imposti dalla Direttiva nitrati. Un impatto pressoché impercettibile (al massimo del 2 per cento), sarà la contrazione dei prezzi nelle zone vocate a produzioni d’eccellenza, destinate in particolare alla vitivinicoltura. In queste aree l’effetto del decreto liberalizzazioni sarà così limitato sull’impatto dei prezzi degli affitti e dei terreni da risultare irrilevante.
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