Se non si rivede la fiscalità in agricoltura, le imprese saranno costrette a sborsare quest’anno oltre 1,5 miliardi di euro a livello nazionale, un aggravio di oltre 100 milioni per le imprese agricole toscane. Sarebbe un colpo micidiale per un settore che già fa i conti con costi produttivi, contributivi e burocratici ingenti e ulteriormente appesantiti dai continui rincari del prezzo del gasolio agricolo, che ha raggiunto livelli insostenibili. Servono, quindi, risposte immediate e valide sull’Imu per i fabbricati rurali e sulla rivalutazione degli estimi catastali sui terreni agricoli. Senza interventi si svilupperà l’annunciata mobilitazione del mondo agricolo che, sempre più in difficoltà, rischia di sprofondare in una drammatica crisi. E’ quanto sostenuto dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori della Toscana a conclusione della Giunta Regionale riunitasi oggi a Firenze.
In attesa – Si guarda con molta attenzione all’incontro che si svolgerà domani primo febbraio con il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani per discutere, appunto, della nuova tassazione in agricoltura. “Prendiamo atto con apprezzamento – afferma Giordano Pascucci, presidente di Cia Toscana – della disponibilità dimostrata dal Governo ad aprire un tavolo di confronto, peraltro richiesto dalla Confederazione, ma sono necessari al contempo interventi rapidi ed efficaci per garantire la stessa sopravvivenza delle nostre imprese agricole. Se così non fosse daremo il via ad ulteriori iniziative di mobilitazione, anche di concerto con le altre organizzazioni professionali, per contrastare misure che penalizzano in modo devastante chi vive e lavora in agricoltura. Su questi problemi – prosegue Pascucci – la Cia nazionale ha inviato precise richieste al presidente del Consiglio Mario Monti, ai leader dei partiti politici e al presidente dell’Anci, manifestando la grande preoccupazione su provvedimenti che peseranno in maniera opprimente sul futuro dei nostri imprenditori agricoli”. Siamo di fronte ad una tassazione punitiva nei confronti dei lavoratori agricoli. Vengono colpiti strumenti indispensabili per svolgere adeguatamente l’attività imprenditoriale. Di ciò il governo deve rendersene conto. I produttori non possono operare in perdita. Sarebbe un vero assurdo. Il fabbricato rurale (come la stalla, il magazzino, la cascina), strumento fondamentale di lavoro, e il ‘bene terra’, indispensabile per produrre derrate alimentari, non possono avere una tassazione così onerosa. D’altronde, anche la stessa Regione Toscana – sottolinea Pascucci – ha annunciato che chiederà al governo di esentare totalmente dall’Imu i fabbricati di servizio all’attività agricola in quanto beni strumentali per il lavoro”.
La Giunta regionale della Cia ha anche preso in esame i recenti decreti in materia di liberalizzazioni e semplificazioni. Viene espresso apprezzamento per l’impegno del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania ed evidenziato che dai provvedimenti arrivano prime importanti risposte alle esigenze della categoria. In particolare, per quanto riguarda i rapporti tra agricoltura e grande distribuzione organizzata vengono recepiti alcuni elementi contenuti nella proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Confederazione. Tuttavia, il settore attende un ulteriore sforzo da parte del governo in modo da rendere più agevole e realmente competitiva l’attività imprenditoriale agricola.
Da rivedere – Sono da rivedere, a giudizio della Cia Toscana, le norme sul fotovoltaico a terra che rischiano di penalizzare ulteriormente le opportunità di multifunzionalità e diversificazione delle imprese agricole. Apprezzamento da parte della Cia Toscana anche per gli interventi di semplificazione proposti dal ministro Catania nel decreto semplificazioni, “E’ un primo passo in avanti – afferma Pascucci – che va nella giusta direzione, sollecitata da tempo dalla nostra organizzazione. Tuttavia per le imprese agricole occorrono altri interventi più radicali ed incisivi che andrebbero messi a punto attraverso la redazione di un testo unico, il cosiddetto codice agricolo, che raccolga in chiave di semplificazione le norme nazionali in materia agricola, proponendo laddove necessario, un contributo al chiarimento anche attraverso innovativa legislativa. Anche per questo sollecitiamo la convocazione di un tavolo di lavoro tra ministero ed organizzazioni agricole”. Quanto al rincaro del gasolio agricolo, che in due anni è aumentato del 150 per cento, la Cia Toscana ribadisce l’esigenza che venga introdotto un “bonus” produttivo sia per le serre che per tutte le aziende agricole, garantendo così costi meno onerosi. Altrimenti, molti agricoltori, impossibilitati a operare, sarebbero costretti a uscire dal mercato, con pesanti conseguenze di carattere sociale ed economico.