E’ italiano, di età tra i 30 e i 50 anni (7 su 10 sono under 50) e internauta. Pianifica le proprie vacanze autonomamente sul web, viaggia in coppia o in un gruppo di amici e cerca un’offerta integrata che al vino abbini cultura, sport, natura e benessere. Visita le cantine tutto l’anno, non solo nel periodo estivo, dove spende fino a 100 euro. E’ l’identikit dell’enoturista tracciato nell’indagine CST- Movimento Turismo Vino “Il volto dell’enoturista oggi”, condotta sulle cantine del Movimento e diffusa oggi nella Conferenza Internazionale dell’Enoturismo di Perugia. La ricerca sarà presentata domani dalla presidente del Movimento Turismo Vino, Chiara Lungarotti. All’enoturista piace la vacanza fai da te: secondo il 66,3% dei produttori, 2 clienti su 3 scelgono il proprio itinerario e la propria visita in cantina in maniera indipendente su internet, senza affidarsi all’intermediazione di tour operator. Fanno eccezione il Sud e le isole, dove c’è un’incidenza maggiore di viaggi organizzati. A fare da traino nella scelta dei visitatori è soprattutto il sito web dell’azienda, molto più efficace dei tradizionali strumenti di promozione e in grado di attrarre e intercettare crescenti fasce di pubblico. Non solo: oltre la metà dei produttori dichiara che è il mezzo più utilizzato per registrare il cliente e ricontattarlo dopo la visita.
Presenze e modalità di spesa – Il 61,3% dei visitatori è di sesso maschile. Ad arrivare nelle cantine soprattutto i turisti italiani: il 62% delle presenze (per lo più in coppia o in gruppi di amici) contro il 38% degli stranieri. Ma sono questi ultimi a spendere di più: secondo l’esperienza delle aziende, su una spesa media di 50 euro in cantina (che può arrivare fino ai 100 euro a visita), il turista straniero è nel 65% dei casi molto più propenso a spendere per portare a casa i prodotti del territorio che ha visitato. A questa cifra vanno poi aggiunti i costi per il pernottamento e le altre attività, per arrivare ad una spesa media procapite giornaliera di 193 euro, come confermato dal Censis. Dato che supera notevolmente la spesa media nazionale (90 euro).
Periodi di visita e domanda – L’enoturismo alimenta flussi turistici piuttosto destagionalizzati. Sul fronte dell’affluenza poche le differenze tra primavera ed estate: a seconda dei periodi dell’anno cambia invece la tipologia dei visitatori. In termini assoluti, a sorpresa, il mese preferito dagli enoturisti è Maggio (per il 38% degli intervistati), seguito da Agosto (15%), Settembre (13,5%), Luglio (11,1%) e Giugno (7,9%). I residenti o chi abita nelle località limitrofe preferiscono i mesi primaverili e invernali; ad arrivare in cantina in autunno sono gli escursionisti giornalieri mentre la primavera è una stagione per tutti i gusti. A scegliere i mesi estivi invece soprattutto i turisti che pernottano nei dintorni e che alla vacanza abbinano la visita in cantina: rappresentano tra il 50% e il 75% delle presenze estive per il 47% dei produttori. Contrariamente ai luoghi comuni, la cantina non è solo una meta da week end (45%): le visite sono spalmate anche nei giorni feriali (55%). Si conferma inoltre il binomio vincente turismo-vino. La vacanza enoturistica è spesso abbinata alla visita giornaliera dei luoghi circostanti, a riprova che – oltre al turismo del vino come scelta esclusiva – esiste un importante segmento di pubblico che intercetta un’offerta integrata (cultura, eventi, sport) dei territori. “Questo tipo di offerta costituisce un asset strategico – ha detto la presidente del Movimento Turismo Vino, Chiara Lungarotti – sul quale è indispensabile puntare per sfruttare appieno le potenzialità di crescita dell’enoturismo, che ad oggi sono solo al 20%. Occorre perciò che tutti gli attori, pubblici e non, accelerino il passo per valorizzare in maniera globale i territori italiani, abbinando patrimonio culturale, eventi di promozione, qualità della produzione enologica e turismo ambientale”.
Attività – Per il 90% dei produttori l’attività prediletta dalla stragrande maggioranza dei visitatori è la degustazione dei vini, alla quale si abbina spesso la visita guidata all’azienda e in cantina (81%). Anche la visita ai vigneti e l’assaggio di prodotti del territorio rappresentano un richiamo molto efficace per oltre la metà del campione; meno gettonate sembrano le cene a tema, (cui aderiscono pochissimi visitatori secondo il 43,7% degli intervistati) e altre attività come corsi e incontri con esperti. Grande riscontro di pubblico e ricadute molto positive sulle aziende porta l’evento Cantine Aperte (cui partecipa la totalità degli intervistati) che per l’86,9% degli intervistati è in grado di attrarre una percentuale “alta” e “molto alta” di visitatori. A seguire Calici di Stelle (29,7%) e San Martino in Cantina (17,15%).