Cacciatori e agricoltori fianco a fianco per una corretta gestione dell’attività venatoria in grado di rappresentare un valore aggiunto e un’opportunità per l’agricoltura multifunzionale tipica del territorio senese. Arci Caccia e Cia di Siena hanno sottoscritto un patto che sigla l’unione d’intenti e di metodologie in materia di caccia. Ad approvare l’intesa i presidenti, Alessandro Ferretti per l’Arci Caccia e Luca Marcucci per la CIA. Entrambi hanno concordato che una corretta gestione faunistica può portare vantaggi ad entrambe le categorie, partendo dalla soluzione del problema dei danni alle colture.
Il patto di collaborazione – Rispetto dei piani di prelievo stabiliti dalla Provincia, gestione complessiva del territorio e grande impegno nella prevenzione sono dunque le direttrici principali al centro del patto siglato da Arci Caccia e CIA di Siena. Le nuove normative regionali danno oggi la possibilità di una gestione complessiva del territorio per quanto riguarda gli ungulati e quindi vi sono finalmente gli strumenti per un concreto riequilibrio faunistico. La soluzione del problema danni tuttavia deve necessariamente passare da una stretta collaborazione tra le parti interessate e non mediante provvedimenti dal sapore demagogico che rischiamo solo di acuire, invece, le divisioni e le incomprensioni. Nel corso dell’incontro le due associazioni hanno spaziato soprattutto sulle prospettive da dare in Provincia di Siena alla caccia ed alla gestione faunistica, valorizzando al contempo il volontariato messo in campo dai cacciatori e le potenzialità delle aziende agricole. E’ necessario che da subito l’Amministrazione Provinciale presenti le linee strategiche e programmatiche del Nuovo Piano Faunistico Provinciale attivando nel contempo tutti gli strumenti e tavoli di approfondimento tra le categorie interessate. Il Nuovo Piano dovrà rappresentare uno strumento utile per superare i limiti del passato e rilanciare con la sperimentazione nuove forme di gestione ai fini faunistici ed ambientali. Una sfida questa che dovrà essere raccolta e vinta con i nuovi comitati di gestione degli ATC.
Il coinvolgimento delle aziende agricole – Uno dei punti più qualificanti di questa strategia sarà quello di coinvolgere le aziende agricole nella gestione della piccola fauna stanziale ed in particolare degli istituti faunistici pubblici tramite appositi accordi quadro che prevedano la remunerazione delle aziende stesse in base ai risultati raggiunti e con contratti anche pluriennali per la realizzazione dei miglioramenti ambientali. Allo stesso modo Arci Caccia e CIA pensano che sia giunto il momento per dare vita nella provincia ad aree a gestione sperimentale più avanzata della piccola fauna nobile stanziale dove l’impresa agricola potrà giocare un ruolo fondamentale.
Di notevole importanza è anche il valore ambientale della presenza della fauna sui territori al fine di implementare forme di turismo ambientale-faunistico attraverso la rete degli agriturismi nonché organizzare nelle medesime strutture l’utenza venatoria proveniente da altre regioni.
Questi in sintesi gli elementi emersi da un confronto aperto ed articolato che ha posto le basi per dare vita ad un nuovo patto tra agricoltura e caccia in cui ognuno, nella propria specificità, possa essere attore di una nuova stagione dove, da una corretta gestione faunistica, tutti possano trarne benefici.