“È una fase molto difficile per l’agricoltura, dove problematicità proprie del settore incontrano la crisi globale, le difficoltà di spesa delle famiglie, le incognite sulla nuova programmazione dei fondi europei e l’oscillazione dei prezzi. La politica è chiamata in tutti i livelli di governo a occuparsene e ogni giorno cerchiamo di farlo anche in questo momento di crisi, ma assieme a questo non dobbiamo disperdere la storia e la cultura del mondo contadino, che è stato protagonista dei cambiamenti e dell’evoluzione culturale e sociale del nostro Paese”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico e membro della Commissione agricoltura alla Camera, commenta la proposta di legge n.4764, depositata qualche settimana fa, che prevede l’istituzione della Giornata nazionale dedicata alla cultura del mondo contadino, ipotizzata per il giorno 11 novembre, e la costruzione di una Rete nazionale della memoria della civiltà contadina.
Memoria – “Per questo – continua Cenni – grazie alla determinazione, alle competenze e alla fattiva collaborazione del professor Clemente che ha lavorato, scritto e insegnato molto su questi temi, abbiamo presentato una proposta di legge che guarda anche alla valorizzazione delle esperienze che sono nate nei nostri territori, come il museo della civiltà contadina di Buonconvento. Nel testo, oltre al riconoscimento di una giornata nazionale, si propone la costruzione di una rete che consenta la diffusione della conoscenza, soprattutto tra le giovani generazioni, di una realtà complessa che ha partecipato attivamente alla storia dell’Italia”.
Dna italiano – “La cultura contadina – continua la parlamentare toscana – fa parte del Dna della nostra nazione. Le trasformazioni del mondo rurale, soprattutto nel secolo scorso, hanno rappresentato una chiave di lettura privilegiata per interpretare e comprendere i mutamenti del contesto sociale, demografico, economico, produttivo e culturale del nostro Paese. L’evoluzione del sistema economico e giuridico italiano, ad esempio, è stata segnata dall’evolversi del rapporto tra città e campagna, dai rapporti contrattuali tra contadini e proprietari terrieri e dal mutare delle funzioni della famiglia contadina. Il mondo delle campagne, inoltre, è stato fortemente rappresentato nella letteratura e nel cinema, con storie che spesso riflettevano i cambiamenti sociali in corso. La civiltà contadina, però, non deve essere considerata come elemento del passato, ma come un pezzo della nostra storia da recuperare per ripensare modelli di sviluppo e di crescita”.
11 novembre – “Il mondo rurale – continua Cenni – è stato stravolto, soprattutto nel secolo scorso, da profondi cambiamenti di valori e usanze che hanno comportato l’abbandono delle campagne e la perdita graduale di un’identità radicata nella storia. Per mantenere vivi i valori di questa civiltà, proponiamo quindi di dedicare la giornata dell’11 novembre, in cui si celebra San Martino, alla cultura contadina. Si tratta di una data rilevante per la vita economica e sociale delle campagne italiane, e potrebbe essere un momento dell’anno da dedicare alla riflessione sulle tematiche che riguardano il mondo contadino, promuovendo, senza oneri per la finanza pubblica, iniziative di vario tipo nelle associazioni ma anche nelle scuole e nelle università, per diffonderne la conoscenza, i valori e le usanze. Dal momento che, sul territorio nazionale, è presente una straordinaria quantità di materiale storico, documentario e didattico sul mondo rurale, proponiamo inoltre la messa in rete di tutti i centri di documentazione, delle testimonianze e dei centri didattici, per dare vita, appunto, alla ‘Rete italiana della memoria della civiltà contadina’, che sarà coordinata dal Ministero delle politiche agricole e forestali”.
L’antropologo – “Solo negli ultimi anni – dichiara Pietro Clemente, docente di antropologia culturale presso l’Università degli studi di Firenze – è diventato chiaro a molti che i musei del mondo contadino, nati in tante parti d’Italia, non servivano a salvare il passato, ma a salvare il futuro. Ritrovare il legame con l’esperienza delle generazioni dei nonni è per i nipoti e i loro figli una risorsa per un mondo futuro che vedrà un grande ritorno dell’agricoltura e della dimensione contadina, in modi cambiati ma con mentalità antiche da ritrovare, che si vedono nella parsimonia, nel riciclo, nel chilometro zero, nella qualità alimentare e altro. Temi ormai di rilievo mondiale. La giornata della memoria è un aiuto formidabile a costruire reti tra soggetti già attivi: musei, archivi documentaristici e associazioni contadine, ma anche tra conoscenza, memoria e pratica. C’è chi dice che ci sono troppe giornate della memoria, e troppa memoria. Io dico invece che ci manca ancora troppa memoria, soprattutto quella della vita e dei saperi della gente che, come i contadini, ha costruito il nostro paesaggio e la nostra storia profonda e ci aiuterà ad affrontare il futuro”.
I firmatari – La proposta di legge n. 4764, presentata dall’onorevole Susanna Cenni, è stata firmata da venticinque parlamentari: Luciano Agostini, Tea Albini, Sandro Brandolini, Marco Carra, Anita Di Giuseppe, Massimo Fiorio, Nicodemo Nazzareno Oliverio, Luca Sani, Giuseppina Servodio, Carlo Emanuele Trappolino, Angelo Zucchi, Luisa Bossa, Pierluigi Castagnetti, Anna Paola Concia, Gian Pietro Dal Moro, Vittoria D’Incecco, Maria Grazia Gatti, Donata Lenzi, Ivano Miglioli, Carmen Motta, Luciana Pedoto, Daniela Sbrollini, Amalia Schirru, Silvia Velo e Walter Verini.