“La nuova flessione del valore aggiunto agricolo (meno 0,5 per cento nel 2011) conferma ancora una volta le pesanti difficoltà del settore primario, sempre più alle prese con il calo della produzione, con un’impennata dei costi (dovuta in particolare al caro-gasolio) e con la prospettiva di nuovi aggravi con l’applicazione dell’Imu sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli. E’ piena emergenza. Per questo chiediamo reali interventi a sostegno delle imprese, molte delle quali, davanti al completo disinteresse delle istituzioni nei loro confronti, rischiano di cessare l’attività. Ma sollecitiamo soprattutto un nuovo progetto di politica agraria imposto anche dai grandi cambiamenti a livello internazionale, a cominciare dalla riforma Pac post 2013”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, commentando i dati dell’Istat sull’andamento del Prodotto interno lordo (Pil) nello scorso anno.
Crisi profonda – “L’agricoltura italiana continua, dunque, a vivere una profonda crisi. Il governo deve intervenire con misure efficaci e concrete. Non è possibile ignorare i gravi problemi degli agricoltori. I dati dell’Istat – ha aggiunto Politi – dimostrano l’esigenza di un cambiamento di rotta. In queste condizioni le imprese non possono assolutamente sopportare il peso dell’Imu che avrebbe effetti fortemente negativi. Il settore ha bisogno, invece, di una nuova politica agraria, indispensabile per affrontare le nuove sfide europee e internazionali”. “Serve, dunque, una svolta positiva per un’agricoltura che -ha rilevato Politi- non può restare impantanata in una situazione estremamente precaria che rischia di gettare nel baratro tantissime imprese. C’è l’esigenza di un vero progetto di sviluppo, di immediati interventi, di politiche propulsive per dare reali certezze e prospettive concrete ai produttori”.