La burocrazia è il nemico subdolo dell’agricoltura, contro il quale le mani che lavorano la terra sono disarmate di fronte all’ottusità di regole tanto ferree quanto poco intelligenti e spesso del tutto inutili. Lo ha ribadito l’assessore all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato, che presiede direttamente una task force antiburocrazia regionale nel settore primario, il cui lavoro ha dato alcuni frutti. “Ma anche fuori task force e proprio sul vitivinicolo – ha precisato – abbiamo fatto un bel lavoro, recuperando in alcuni casi,ritardi di anni, ad esempio per le comunicazioni di estirpo e reimpianto e l’unificazione la dichiarazione di produzione e di rivendicazione”.
I costi – “La strada è tuttavia ancora lunga e impervia – ha ribadito l’assessore – e anche il principio ovvio di ‘un’azienda – un controllo’ trova difficoltà, per non parlare della sovrapposizione di adempimenti, che sfidano la buona volontà degli operatori che svolgono con coscienza il loro lavoro e non sono un deterrente per chi è abituato a giocare con le carte. Per restare sui ‘doppioni’, basta ricordare cosa succede nel controllo delle acque di smaltimento, vigilate da Avepa e dalle Province; oppure come capita nel caso dei controlli dei registri delle vinificazioni, visti e rivisti da Forestale, ICQRS, Repressione Frodi. Di fatto questo è un costo aggiuntivo in più e un fattore di competitività in meno – ha detto ancora l’assessore veneto – rispetto al quale la responsabilità pare non sia di nessuno, mentre le conseguenze ricadono principalmente sui produttori, ma anche sulle casse pubbliche che pagano apparati e personale. Noi abbiamo deciso di semplificare: in molti casi ci siamo riusciti, in altri ci troviamo a dialogare con una ragnatela di presunte ragioni senza ottenere effetti”.
Sul Vinitaly – “Spesso anche la migliore buona volontà si rivela insufficiente: proprio ieri a Vinitaly – ha concluso Manzato – un produttore veneto che ha vigneti in più parti d’Italia mi ha detto che la burocrazia attivata con il nostro PSR nel settore è più complicata di quella di altre Regioni. Gli ho chiesto un promemoria, perché non voglio, non è giusto che accadano cose del genere, che dobbiamo in ogni caso evitare. Chi lavora la terra svolge un ruolo che è economico, ambientale e di tipo pubblico, in questo momento affronta la crisi ed è oberato di balzelli: complicargli la vita è, alla fine, un danno per tutti”.