E’ l’export il grande salvagente del vino senese in tempi di crisi. C’è ottimismo da parte dei Consorzi di casa nostra dopo i primi tre giorni di Vinitaly (fino a oggi a Verona) e piace la nuova formula della fiera, con apertura alla domenica e chiusura il mercoledì. “Giudizio moderatamente positivo – dice Claudio Galletti, presidente di Enoteca Italiana -, c’è apprezzamento per le nostre aziende e grande afflusso nei primi due giorni. Cauto ottimismo, ci sono molti operatori stranieri a dimostrazione che il mercato export tira e soffre invece il mercato interno”. “Nei primi due giorni di Vinitaly – commenta il direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino, Stefano Campatelli – abbiamo lavorato veramente bene, siamo molti soddisfatti della nuova formula. Abbiamo potuto lavorare bene con i ristoranti, fatto nuovo rispetto al passato quando il lunedì era il giorno di chiusura e quindi di smobilitazione per le aziende. Per quanto riguarda gli esportatori i contatti sono di conferma rispetto agli scorsi anni”. Oltre all’Italia (35%) è l’Usa il primo mercato di interesse per il Brunello con il 25% di vendite, quindi Germania (7%), Svizzera e Canada (5% ciascuno) e Inghilterra e Giappone con il 3%; il resto del mercato è suddiviso in 60 Paesi.
Da Montepulciano – La nuova formula della fiera è gradita anche al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano: “Soddisfatti per l’affluenza e l’esito fino ad ora avuto con i contatti – afferma il presidente del Consorzio Federico Carletti -. In particolare si segnala una buona affluenza di operatori esteri (l’export del Nobile si avvicina al 70%). Tra le novità presenti allo stand del Consorzio una selezione di aziende che producono Vino Nobile biologico. Questa realtà del vino bio rappresenta a Montepulciano circa il 15% delle aziende, numero importante rispetto al dato nazionale che è fermo al 5%”.
Dal Chianti – “Abbiamo notato un risveglio per le nostre denominazioni – sottolinea Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Chianti Classico – e la nuova formula della fiera è promossa a pieni voti, con molti operatori e addetti ai lavori interessati. L’export si conferma il nostro punto di forza, visto che il 79% delle vendite è dato dall’export, su tutti c’è il mercato Usa dove vanno 11-12 milioni di bottiglie (su 35 mln del totale). In Usa c’è potere d’acquisto e grande cultura, e se pensiamo che il consumo pro-capite è di 10 litri i margini di cresciti ci sono ancora”.
Dal Chianti, i Colli Senesi – “Una buona edizione, nonostante la situazione di crisi generalizzata che attanaglia un po’ tutti – afferma Cino Cinughi de Pazzi, presidente del Consorzio Chianti Colli Senesi -. Ottimi contatti e diversi gli importatori, soprattutto da Germania, Olanda e Svizzera, ma anche dall’America e dai paesi latini. In generale quindi, nei primi due giorni abbiamo visto un buon afflusso e un grande interesse sia da parte degli addetti ai lavori che dei semplici visitatori, cosa che ci rende molto orgogliosi”.