Erba scivolosa, buche e terreno duro con il rischio di infortuni per gli atleti. Fino ad una denuncia, di oggi, alla Uefa da parte del Barcellona (dopo il match di Champion’s League contro il Milan), il giorno dopo la protesta dell’allenatore catalano Guardiola, che segue a quella del mister dell’Arsenal, Wenger, il mese scorso. Insomma non è una novità che il manto erboso dello stadio milanese di San Siro non sia l’ideale per un calcio di alto livello, stessa situazione per molti altri stadi italiani. Ancora una volta, sulla questione manti erbosi degli stadi intervengono i dottori agronomi e dottori forestali, ricordando che il problema è risolvibile se si rispettano costantemente le regole agronomiche. «Dove i terreni erbosi sono progettati e gestiti in modo costante da dottori agronomi specializzati – sottolinea il presidente Conaf (Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali), Andrea Sisti – problemi particolari non ce ne sono. La realtà è che non in tutti gli stadi si rispettano le regole necessarie per avere un buon terreno di gioco (taglio dell’erba, rullatura, decompattazioni, ricariche di sabbia e concimazioni), per cui le esternazioni fatte da alcuni calciatori di serie A negli ultimi giorni, sull’impraticabilità dei terreni, sono del tutto condivisibili».
I campi in sintetico non rappresentano una soluzione – «Mettiamo al servizio del calcio italiano (Lega Calcio, Federcalcio, Coni servizi) le nostre professionalità – aggiunge Riccardo Pisanti, consigliere segretario Conaf – per garantire una qualità permanente per i terreni dei campi di calcio italiani e non un rimedio alle emergenze che ogni anno tornano puntuali. La spettacolarità del gioco del calcio – aggiunge Pisanti – è fortemente legata alla qualità del tappeto erboso e del substrato di radicazione. Certe giocate effettuate dai grandi campioni non possono essere eseguite se il tappeto non è in buone condizioni, a tutto scapito del gioco e dello spettacolo. Inoltre un tappeto erboso impraticabile, spesso significa infortuni per i calciatori». In Italia – commenta il Conaf – ci sono professionisti specializzati alla progettazione e cura dei terreni di gioco, dislocati in tutta la penisola, e a disposizione del mondo del calcio.
I fattori di criticità sono molteplici – «In alcuni casi – spiega Pisanti – il problema è l’architettura dello stadio che impedisce al sole di irradiare il campo come dovrebbe. In altri casi dipende dal terreno scelto che, per caratteristiche, non si adatta alle condizioni atmosferiche presenti; in altri ancora può dipendere dall’eccessivo numero di partite, ravvicinate, che vengono giocate. Tra le diverse tipologie di tappeto erboso, quella degli impianti sportivi ha una grossa rilevanza per gli interessi che ruotano intorno ai differenti sport, dal calcio al golf, dal rugby all’equitazione».
Le specie utilizzate per i tappeti erbosi – Sono praticamente tutte riconducibili alla grande famiglia delle Graminacee – ricorda il Conaf – e si dividono in due gruppi: le microterme, adatte a climi freddo-umidi, con temperature ottimali di crescita comprese tra i 15°C e i 24°C. Le specie di questo gruppo maggiormente impiegate in Italia sono: Lolium perenne, Poa pratensis, Festuca rubra, Festuca arundinacea, Agrostis stolonifera. E le macroterme, adatte ai climi caldo-aridi, più resistenti alla siccità ed al calpestio, con temperature ottimali di crescita tra i 30°C e i 35°C. In questo gruppo le specie che rivestono maggiore interesse per i tappeti erbosi sono: Cynodon spp., Paspalum vaginatum, Zoysia spp., Stenotaphrum secundatum.
Altre cause – Causa anche il cambiamento climatico – aggiunge il Conaf – , con estati sempre più aride e calde, l’interesse verso la macroterme è andato sempre più accentuandosi, arrivando a selezionare varietà che, sotto l’aspetto estetico, non hanno niente da invidiare alle microterme. Infatti, alcune varietà migliorate di macroterme danno luogo a tappeti di elevata qualità che, per quanto attiene a finezza e tessitura fogliare, sono paragonabili alle cultivar di Agrostis stolonifera e cioè alla classica cultivar impiegata nei green dei campi da golf. Purtroppo con i rigori invernali le macroterme vanno in dormienza, assumendo una colorazione giallo paglierina. La ripresa vegetativa, e quindi la colorazione verde, avviene solo col giungere della primavera.
Esperienze positive– «Le esperienze condotte – aggiunge Riccardo Pisanti, Conaf -, hanno però dimostrato che effettuando una operazione di trasemina con microterme nel periodo autunnale, queste subentrano alle macroterme mantenendo così il colore verde del tappeto. Tra le microterme impiegate nella trasemina, prevale il Lolium perenne, per la rapidità di insediamento e per la bassa competitività di questa specie con le macroterme al crescere della temperatura». L’epoca migliore per eseguire la trasemina autunnale – spiegano gli esperti agronomi – è quando si comincia a manifestare una riduzione del tasso di crescita delle macroterme. La dose di seme deve essere superiore a quella della semina normale per la maggiore difficoltà di semina. Per quest’ultima operazione si devono impiegare seminatrici più specifiche, dotate di lame verticali in grado di fessurare il cotico e permettere al seme di entrare in contatto con il terreno.
Operazioni da eseguire sul tappeto erboso ad uso sportivo – Quella del taglio dell’erba, e rullatura, insieme alle decompattazioni, ricariche di sabbia e concimazioni, sono le più frequenti e impegnative. Di solito – prosegue il Conaf – vengono utilizzati rasaerba a lame orizzontali frontali, con conducente a bordo. Nei green dei campi da golf, dove l’altezza di taglio è compresa tra i 3 e i 6 mm, l’apparato di taglio dei rasaerba non può che essere quello elicoidale a 11 o 12 lame; anche nei campi da calcio, dove l’altezza di taglio può variare da 18 a 26 mm, una buona falciatura viene eseguita con gli stessi apparati, mentre le falciatrici a lame orizzontali possono essere utilizzate, come di fatto lo sono, nei campi minori.
Taglio dell’erba – L’altezza di taglio – conclude il Conaf – rappresenta un compromesso tra le esigenze del gioco e il mantenimento fisiologico delle graminacee che costituiscono il tappeto erboso. La frequenza del taglio è in relazione con il tasso di crescita e con l’utilizzazione che ne viene fatta. Nel periodo di piena vegetazione il taglio viene eseguito due – tre volte la settimana. Nel periodo freddo, la frequenza si riduce e l’altezza di taglio viene aumentata di un 20% rispetto a quella del periodo di piena vegetazione al fine di proteggere il colletto dagli stress ambientali e di gioco.