Rinnovabili, non lasciare indietro le agroenergie

Il Governo, nell’ambito del nuovo sistema di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha elaborato due modelli di decreti attuativi, ora all’esame della Conferenza Stato-Regioni e dell’Autorità dell’energia, che rischiano però – dichiara il Presidente Nazionale della Confeuro Rocco Tiso – di rallentare particolarmente lo sviluppo delle agroenergie e in particolare del biogas. Per il settore elettrico non fotovoltaico il decreto, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2013, fissa una crescita degli incentivi fino a 5,5 miliardi di euro l’anno (rispetto agli attuali 3,5) con stabilizzazione entro il 2020. Secondo le stime del Governo, gli incentivi diminuiranno del 15% rispetto all’attuale metodo di incentivazione.

Crescita – Il settore delle agroenergie è in crescita – sostiene Tiso – e sempre più negli ultimi anni la tecnologia a esso associata ha rilevato un progresso affidabile ed efficace. Proprio ieri è stata data l’autorizzazione per la costruzione di un impianto a biogas a Finale Emilia, vicino Modena, a dimostrazione dell’espansione di questa particolare generazione di energia da fonte rinnovabile. La possibilità che, seguendo le normative vigenti, si possa legare la propria attività agricola alla produzione di energia tramite biomasse o biogas deve rappresentare – conclude Tiso – un elemento da non sottovalutare, sfruttabile come coadiuvante per le politiche di rilancio dell’intero settore primario.

 

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