Serve una maggiore valorizzazione e un rilancio della razza Chianina, almeno in Toscana. I numeri regionali sono in calo, ma le richieste del mercato in crescita. Gli allevamenti e i capi allevati sono in diminuzione, soprattutto nelle zone montane e svantaggiate: per gli allevamenti bovini nell’ultimo quinquennio (2006-2011) c’è stato un calo dell’8,6% e per i capi del 10,9%; mentre per gli allevamenti di razza Chianina si è registrato una diminuzione di capi del 4,9%. Un calo significativo che ha però interessato solo la Toscana, un dato in controtendenza rispetto a regioni limitrofe come il Lazio e l’Umbria dove invece si registrano aumenti, rispettivamente (sui capi) del 10,5% e del 7,4%. Perché?
E’ con queste premesse che la Cia Toscana – all’interno della manifestazione “La Valle del gigante bianco” – ha organizzato il convegno dal titolo “Per il rilancio e la valorizzazione della razza Chianina in Toscana”, in programma venerdì 1° giugno (alle 10) a Bettolle (comune di Sinalunga – Si), a Villa Olda (in Via Mazzini 1/A). Tradizione e innovazione hanno caratterizzato l’evoluzione degli allevamenti di Chianina in Toscana negli ultimi anni, dove, con la selezione ed il miglioramento genetico, si sono affermati processi produttivi che fanno della qualità totale, (dalla mangimistica, al benessere animale, alla certificazione Ogm free) il tratto distintivo.
Ai consumatori piace la Chianina – «Il mercato e il consumatore – anticipa Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – sembrano saper cogliere questi messaggi dimostrando un sempre maggiore gradimento verso la carne di razza Chianina, tanto è che ad oggi si registra una carenza di offerta di prodotto rispetto ad una domanda che invece è in costante crescita. Se a questo si aggiunge il fenomeno secondo cui una parte di prodotto viene commercializzato con la dizione e l’immagine della Chianina, che invece solo il sistema della tracciabilità previsto e gestito dal Consorzio Igp può garantire, si può affermare che ci sono sicuramente gli spazi per un incremento della produzione e degli allevamenti in Toscana». «I dati e i fenomeni così rilevati – prosegue Alessandro Del Carlo, responsabile settori produttivi della Cia Toscana -, sono la dimostrazione della situazione di particolare criticità in cui gli allevamenti si trovano ad operare; alla quale però occorre rispondere con un progetto di rilancio che coinvolga tutti le fasi della filiera, dal sostegno agli allevatori per incrementare la produzione, alla tutela dell’origine del prodotto, alla promozione e allo sviluppo e la qualificazione delle politiche commerciali».
IL PROGRAMMA – Dopo l’apertura dei lavori affidata a Luca Marcucci, presidente della Cia Siena, seguirà l’introduzione di Alessandro Del Carlo, responsabile settori produttivi della Cia Toscana. A seguire gli interventi di Roberto Nocentini, presidente Associazione Regionale Allevatori; Stefano Mengoli, presidente Consorzio di Tutela Igp Vitellone dell’Italia Centrale; Eros Fierli, coordinatore Gruppo Interesse Economico settore carne bovina; Anna Maria Betti, assessore all’agricoltura della Provincia di Siena; Gianni Salvadori, assessore all’agricoltura della Regione Toscana. Le conclusioni a cura di Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana.