Olio di bassa qualità acquistato in Puglia, Spagna, Grecia e Tunisia opportunamente lavorato e miscelato diventava extravergine. La truffa avveniva alle porte di Siena, a Castellina Scalo, dal 2010 ed è stata scoperta dalla Guardia di Finanza grazie all’operazione “Arbequino”.
Gli arresti – Le manette sono scattate per quattro persone per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio aggravata, due le misure cautelari emesse e oltre 8 mila le tonnellate di olio d’oliva sequestrate. Partita nel 2011, l’indagine scopre un’attività iniziata già l’anno precedente attraverso cui l’azienda senese acquistava olio da fornitori pugliesi, spagnoli, greci, tunisini indicandolo nel registro ufficiale come extravergine quando si trattava di olio vergine o lampante. Mediante il proprio laboratorio chimico, l’azienda aggiungeva deodorati e miscelava olii di differente categorie per avere un prodotto finale classificato come extravergine che veniva venduto sfuso a importanti aziende imbottigliatrici in Italia e all’estero. Tutta la partita di olio adulterata relativa al 2011 è stata sequestrata prima di arrivare in commercio. Indagini sono ancora in corso per verificare se parte del prodotto relativa all’anno precedente sia arrivato sugli scaffali.
Clicca qui per leggere l’articolo completo e guardare i video della conferenza stampa e delle interviste a Giuseppe Serino, capodipartimento dell’Ispettorato per il controllo della qualità e della repressione frodi del Mipaaf , e Giovanni Lercker, docente del dipartimento di scienze degli alimenti all’Università di Bologna