Soldi alla caccia, ma che film ha visto la Brambilla? La risposta di Arci Caccia

“E’ vero che il caldo, in particolare a Roma, è insopportabile e può fare brutti scherzi tanto che i medici sconsigliano di uscire nelle ore calde e che il solleone può giustificare di tutto, però …. ci permettiamo alcune considerazioni sulle richieste dell’ex Ministro che, guarda caso coincidono con le idee degli estremisti del mondo venatorio suoi colleghi di partito. Parliamo, ad esempio, di politici che chiedono deroghe per sparare ai micro – uccelli, di quelli che hanno in odio le associazioni venatorie anche quelle più responsabili e con le quali anche la ‘BirdLife’ firma gli accordi per la caccia”: con queste parole Osvaldo Veneziano, Presidente nazionale dell’Arci Caccia, risponde alla proposta del deputato del Pdl Michela Brambilla che ha annunciato oggi, giovedì 11 luglio, una interrogazione per eliminare i contributi pubblici che lo Stato eroga alle associazioni venatorie. “In sintesi – continua – ci sentiamo di rispondere alle accuse ribadendo che è falso affermare che le associazioni ricevono i soldi dei contribuenti italiani, anzi sono gli stessi cacciatori a versare le tasse di concessione governativa, quelle regionali e di iscrizione agli Ambiti territoriali e ad finanziare le associazioni venatorie con una ‘addizionale’ (peraltro corrisposta soltanto dai cacciatori) che lo Stato incassa e che, talvolta e secondo noi impropriamente, trattiene così come fanno molte Regioni che, a causa della crisi, destinano i Fondi delle tasse regionali ad altre finalità di interesse comune come la sanità”.

Nel dettaglio – “La Tabella sulla disponibilità del Fondo richiamato da Micaela Brambilla, di norma al ‘CAP. 2827’, è allegata alla manovra di bilancio annuale e credo, dovrebbe essere nota almeno ai parlamentari italiani. Lo stanziamento in essere quest’anno credo sia di circa un milione e 600mila euro per tutte le associazioni e riguarda competenze relative all’anno 2010. Tale finanziamento viene ripartito in base agli iscritti che, per essere conteggiati ai fini delle erogazioni, devono essere necessariamente comunicati al Ministero delle Politiche agricole”. “A proposito di controlli – sottolinea ancora Osvaldo Veneziano -, la documentazione, il bilancio, il contratto assicurativo, la certificazione degli iscritti sono ufficialmente depositati presso il Ministero stesso e disponibili presso le sedi delle associazioni venatorie per le ispezioni. Le erogazioni avvengono soltanto dopo accurati controlli; sono infatti previste altre ‘sospensive’ oltre a quella che la stessa Michela Brambilla richiama nell’interrogazione. Infatti quando sono stati stanziati fondi ad associazioni che non avevano i requisiti, sono intervenuti i controlli della magistratura e le erogazioni sono state bloccate”. “Per quanto ci riguarda noi pubblichiamo il numero dei nostri iscritti Regione, per Regione, tutti gli anni. In tutta Italia le nostre sedi sono Circoli, piccoli uffici, ‘magazzini e scantinati’ di cui andiamo orgogliosi , i nostri ‘apparati burocratici’ (non sappiamo in quale film sono stati visti) in tutta Italia non arrivano ad una ventina di persone, tra cui il sottoscritto (il mio Modello Unico è a disposizione)  – che lavorano in maggioranza con contratti part-time e co.co.co. Senza dimenticare, elemento che all’onorevole fa più dispiacere, le centinaia e centinaia di meravigliosi volontari che fanno anche vigilanza ambientale e zoofila, protezione civile, antincendio, ripristini ambientali, antibracconaggio gratuitamente e al servizio dei cittadini”.

Deroghe – “Per quanto riguarda la situazione deroghe poi, non si rivolga a noi. Se non è stata fatta una nuova legge nella notte,  a legiferare in materia non siamo noi ma Lei ed i suoi colleghi parlamentari, pagati dai cittadini, se bravi, dovrebbero elaborare norme che non vengano sanzionate. Questo chiedono gli italiani e noi siamo tra questi. Ed è per queste finalità che i contribuenti sperano che vengano versati vitalizi, stipendi ai parlamentari europei, italiani, a consiglieri regionali: affinché quando scrivono una norma valga per tutti e non sia contraddittoria. Ma forse è chiedere troppo”. “L’onorevole Brambilla – conclude il presidente Veneziano – utilizza la caccia per ‘mimetizzarsi’, per sfuggire alle critiche diffuse ad un certo modo di fare politica? Non la seguiamo in una polemica sterile. Crediamo nell’intelligenza dei cittadini che ieri come oggi hanno saputo discernere l’animalismo sincero per respingere l’altro sempre e comunque bocciato”.

 

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