La perdita di parte delle colture a seguito dei danni arrecati ai campi dalla fauna selvatica dovrà essere oggetto di risarcimento come previsto dalla norma nazionale. In questi giorni l’Assessore Regionale all’Agricoltura, confermando la propria attenzione al problema del reperimento e alla gestione dei fondi necessari per rimborsare gli agricoltori penalizzati dalla presenza di fauna selvatica, ha scritto agli Ambiti Territoriali di Caccia e ai Comprensori Alpini affinché procedano nell’iter di indennizzo: da parte dell’Assessorato è stato richiesto esplicitamente ad Atc e Ca di anticipare con fondi propri l’erogazione a favore degli agricoltori qualora non avessero già provveduto autonomamente. L’Assessore ha successivamente rassicurato le Organizzazioni agricole sull’impegno da parte della Regione a reperire i fondi necessari per far fronte, nel tempo, ai risarcimenti, anche quelli pregressi. La recente Legge Regionale 5/2012, fortemente voluta dall’Assessorato, consente a tal proposito di destinare i soldi derivanti dalle tasse di concessione regionale, introitate sui capitoli di bilancio pertinenti, all’attuazione di una serie di azioni in materia venatoria, iniziative tra le quali è previsto proprio il risarcimento dei danni alle produzioni agricole imputabili alla fauna selvatica.
Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto – “L’Assessorato segue questa partita con particolare attenzione interfacciandosi costantemente con Atc, Ca e Organizzazioni Agricole. Grazie alla Legge Regionale 5/2012 le tasse di concessione verranno indirizzate direttamente al comparto, come la logica richiede, e tali risorse potranno essere utilizzate per ovviare ai danni che la fauna selvatica provoca alle colture nei campi. È giusto che l’agricoltore danneggiato possa avere la garanzia di ricevere un rimborso come prevede, peraltro, la norma nazionale. A tal proposito in questi giorni ho scritto a Atc e Ca per assicurarmi che questi pagamenti possano proseguire nel loro iter mediante l’anticipo con fondi propri e possano giungere ai beneficiari spettanti. È questione di tempo, l’Assessorato vigilerà affinché il trasferimento delle risorse possa far fronte anche ai danni pregressi.
Inoltre sarebbe il caso che in ambito nazionale si iniziasse a riflettere seriamente sull’anacronismo di continuare a considerare la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello stato ed eventualmente ragionare su percorsi intrapresi da altri Paesi europei che non considerano la fauna selvatica come l’Italia”.