L’8 agosto segna una data di svolta per il Parmigiano Reggiano nella vicenda del terremoto. Infatti, nel magazzino di stagionatura del Caseificio Razionale Novese di Novi (Modena) terminano le operazioni di estrazione delle forme cadute con la violenta scossa del 29 maggio, la seconda di un sisma che, nella sua azione di distruzione, ha coinvolto duramente il comparto del Parmigiano Reggiano. Complessivamente il sisma ha colpito 19 magazzxfini di stagionatura del formaggio arrecando danni a 37 caseifici ed oltre 600 allevamenti conferenti latte. In termini di quantità di prodotto, è stato colpito quasi il 20% del comparto produttivo, con circa 600.000 forme cadute a terra.
Prima fase chiusa – "Possiamo finalmente dire che si chiude "la fase 1" – dichiara Giuseppe Alai, presidente del Consorzio – quella dell’emergenza, la più drammatica. Da domani mattina nessun casaro del Parmigiano Reggiano dovrà più svegliarsi e vedere il proprio lavoro di due anni ammassato a terra e danneggiato”. Nel dettaglio, tutto il prodotto danneggiato, in base alle disposizioni delle autorità sanitarie, che non ha potuto proseguire la stagionatura è stato destinato a lavorazioni idonee o allo smaltimento come rifiuto. Una parte molto rilevante, anche grazie all’intervento economico deliberato dell’Assemblea del Consorzio dello scorso 24 luglio, sarà destinato alla fusione. “Da domani ci possiamo concentrare sulla Fase 2” prosegue il presidente Alai “quella della ricostruzione delle strutture danneggiate, e del pieno ripristino delle condizioni economiche dei nostri caseifici gravati una montagna di danni, oggi quantificabili in oltre 100-110 milioni di euro. Per dare risposte concrete a queste realtà indispensabili al nostro territorio ora ci aspettiamo la concretezza degli interventi delle Regioni e del Governo centrale, a partire dell’attuazione del decreto legge terremoto”.
Reazione – La volontà di non abbandonarsi alla fatalità ha segnato fin da subito la reazione dei caseifici colpiti. La maggioranza non ha mai cessato la produzione giornaliera e solo 5 hanno interrotto la produzione di Parmigiano Reggiano, dei quali 4 per pochi giorni e 1 solo non ha ripreso la produzione. Allo stesso tempo, grazie all’attenzione immediatamente rivolta da tantissimi italiani al Parmigiano Reggiano, numerosi caseifici hanno trovato nel contatto diretto con i consumatori un aiuto per “ripartire”. E così ha fatto anche il caseificio Razionale Novese, ultimo a completare le operazioni di sgombero ma primo come entità del danno subito (oltre 75.000 forme di Parmigiano Reggiano cadute), che da pochi giorni ha riattivato il negozio per la vendita diretta, anche on-line, del Parmigiano Reggiano di propria produzione. Un simbolo del territorio che non si piega ed è pronto a ripartire.
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