Una sospensione della caccia sarebbe una tragedia per l’agricoltura toscana. La Cia Toscana lancia l’allarme rispetto alle proposte di sospensione dei calendari venatori degli ultimi giorni, ed invita le istituzioni, a partire dal Governo e dall’ISPRA, ad evitare prese di posizione e decisioni improvvisate, che rischierebbero di aggravare la situazione già molto difficile dell’agricoltura.
SOS fauna – «In Toscana – afferma il presidente della Cia Giordano Pascucci – si sta faticosamente cercando di riportare ad un equilibrio sostenibile la presenza della fauna selvatica, che ormai tutti riconoscono fuori controllo, incompatibile con l’attività agricola, fonte di danni ambientali e di molti incidenti stradali. Pertanto – secondo Pascucci – o si dimostra con dati certi che gli incendi hanno provocato una strage di selvaggina, cosa che almeno in Toscana non risulta, oppure tutta questa campagna per la sospensione della caccia non ha senso, è puramente ideologica e strumentale». Per la Cia Toscana le conseguenze di una eventuale sospensione dell’attività venatoria sarebbero disastrose per l’agricoltura, già alle prese con i danni provocati dalla siccità, che rischiano di dimezzare i raccolti dell’annata in tutti i comparti. «Sospendendo la caccia – aggiunge con preoccupazione Pascucci – non vi sarebbe più alcun argine alla devastazione delle colture in atto, che rischierebbero di perdere anche le già scarse produzioni previste per quest’anno. Siamo fiduciosi e certi che nelle Istituzioni prevarrà il buon senso, ma per chiarezza – conclude Pascucci – dichiariamo fin da ora che qualsiasi atto o iniziativa immotivata e contrastante con gli interessi degli agricoltori, troverà la nostra più ferma e decisa opposizione»
Per l’assessore regionale all’agricoltura Salvadori "Sì alla preapertura, ma guardando all’ambiente e alla sua tutela" – Coniugare le aspettative del mondo venatorio con le esigenze di conservazione delle specie e dell’ambiente, come richiesto anche dal ministro per l’ambiente Clini. “La Giunta regionale è riuscita in questo non facile compito – afferma l’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori – approvando un atto di preapertura della stagione venatoria in linea con la normativa regionale e con le richieste delle Province, ma anticipando in qualche modo anche l’autorevole e rispettabile raccomandazione ministeriale”. Ecco come: sono state escluse, contrariamente agli anni passati, le specie acquatiche come germano, alzavola e marzaiola, per i problemi connessi alla siccità e per evitare la caccia nei pochi laghi ancora ricchi di acqua. Una scelta forte, presa in autonomia a seguito di incontri con le associazioni ambientaliste, agricole e venatorie.
1 settembre – Altra decisione importante è stata quella di limitare ad una sola giornata, sabato 1 settembre, la preapertura della caccia; che comunque si svolgerà solo da appostamento e solo nell’ATC di residenza venatoria dei cacciatori. La preapertura consente, oltre alla caccia ad un numero limitato di specie, l’abbattimento di corvidi quali gazza e cornacchia, dannosi per le covate di fauna selvatica; e la caccia in deroga allo storno, altra specie oltremodo abbondante e causa di elevati danni alle coltivazioni. “Un provvedimento sobrio quindi – sottolinea ancora Salvadori – per alcuni aspetti necessario agli equilibri faunistici, comunque con impatto limitato sotto il profilo della conservazione”.