Agricoltura e trasformazione nel contesto della biodinamica: questo il titolo del seminario che si svolgerà presso la Tenuta Dello Scompiglio (Lucca), mercoledì 12 settembre a partire dalle ore 15. Un pomeriggio aperto con operatori ed esperti di settore nel quale si parlerà di Agricoltura Sostenibile, della Vinificazione senza uso di solfiti e dell’esperienza dell’Orto Dello Scompiglio, che dal 2007 produce verdure biodinamiche e, dal 2009, propone al vicinato un rapporto diretto fra consumatore e produttore attraverso il programma “Ceste dell’Orto biodinamico”.
Progetto Dello Scompiglio – Il seminario Agricoltura e trasformazione nel contesto della biodinamica si inserisce nel più generale Progetto Dello Scompiglio, ideato e diretto dalla performer e regista teatrale Cecilia Bertoni, ed è realizzato dall’Accademia Dello Scompiglio – Area Terra e Foresta, in collaborazione con lo studio VinoVigna. Ad aprire i lavori Johan Van Wallenburg, esperto e consulente di agricoltura biodinamica presso la Tenuta Dello Scompiglio e Paolo Gaddini, responsabile del progetto “Orto biodinamico”. L’Orto biodinamico Dello Scompiglio nasce con l’intento di selezionare varietà locali che altrimenti andrebbero perse – lo Stortino di Lucca, il Fagiolo rampicante stringa, il Cardone gobbo di Lucca, il Cavolo nero lancinato, la Cipolla rossa di Lucca – e proporre alimenti sani e nutrienti, coltivati secondo cicli di produzione in sintonia con la natura. Ogni anno, nei campi, alle lavorazioni tradizionali si aggiungono preparati biodinamici a base di erbe e minerali che rivitalizzano il terreno. L’Orto è coltivato senza il ricorso a tecniche aggressive e prodotti fitosanitari (tranne il rame minerale e lo zolfo di miniera) poiché le piante selezionate localmente, se cresciute in maniera sana, sono autosufficienti dal punto di vista nutrizionale e capaci di resistere alle principali avversità parassitarie e metereologiche. Partendo da queste basi dal 2009 la Tenuta promuove la vendita diretta dei cesti di verdura biologica dell’Orto Dello Scompiglio offrendo ogni settimana ortaggi freschi di stagione, controllati e sicuri.
Produzioni autoctone – Oltre alla produzione orticola, l’Azienda Agricola Dello Scompiglio produce vino a partire da vitigni autoctoni (Sangiovese, Canaiolo, Colorino), coltivati secondo il metodo biologico e biodinamico, con un’attenzione particolare per la naturalità dei processi di vinificazione; a partire dalla Vendemmia 2011 – in collaborazione con il laboratorio ISVEA di Poggibonsi – sono stati usati in fermentazione soloi lieviti indigeni dell’Azienda ed è iniziata una selezione dei ceppi più interessanti per le future produzioni. A questo proposito Claudio Gori, enologo VinoVigna, parlerà della Vinificazione senza uso di solfiti; i partecipanti conosceranno in modo semplice e dettagliato i principali aspetti legati alla vinificazione naturale, con un’analisi dei pro e dei contro che una tale scelta comporta, soluzioni pratiche, difficoltà tecniche e una carrellata delle possibili alternative all’anidride solforosa.
Focus – Il seminario si concluderà con un approfondimento sulla Gestione del vigneto bio, di Ruggero Mazzilli, Dottore Agronomo Specialista in Viticoltura ed Enologia, curatore del progetto Viticoltura sostenibile e coordinatore della Stazione sperimentale per la viticoltura sostenibile. Un viaggio alla scoperta della coltivazione “bio” in viticoltura e degli altri, importantissimi, aspetti ad essa collegati: la qualità del prodotto, la territorialità, la sostenibilità economica dell’impresa e la durevolezza dei risultati. Un percorso che parte dalla valorizzazione dei suoli per ridurre al minimo l’intervento sulle piante, ottenendo comunque prodotti di eccellenza, perché – come si legge sul sito del relatore: “in viticoltura da anni sono stati messi in luce i punti critici del bio e sono stati affrontati e risolti fino a produrre vini premiati in tutto il mondo. La pianta e l’atmosfera sono l’anello di congiunzione tra la terra e il vino: il viticoltore modella la duttilità della pianta per adeguarla alla volubilità del clima, mettendo in bottiglia i sapori di quella terra”.