Allevatori sul piede di guerra contro l’aumento delle tariffe per le prestazioni veterinarie. La denuncia arriva dall’Associazione Regionale degli Allevatori, che, insieme a Coldiretti, Cia e Confagricoltura, contesta il nuovo tariffario, deciso lo scorso 10 agosto ed entrato in vigore il 3 settembre: i nuovi prezzi applicati dai Dipartimenti di prevenzione delle aziende Usl per le prestazioni veterinarie e di igiene degli alimenti di origine animale ad allevatori e a macelli "sono davvero esorbitanti", dice l’associazione.
Gli aumenti stratosferici in qualche caso superano addirittura del 200 per cento gli importi pagati fino ad oggi come ad esempio il passaporto dei bovini che da €. 1,36 passa ad €. 4,00.“Si tratta di un rincaro inaccettabile – protesta Arat, con l’appoggio delle organizzazioni professionali -. E tra l’altro deciso in modo unilaterale, senza alcuna forma di concertazione. Abbiamo scoperto le nuove tariffe, il giorno in cui sono entrate in vigore”.
Momento delicato – Il nuovo balzello colpisce un settore che sta attraversando un momento delicato, come dimostrano i dati che raccontano un calo continuo e irreversibile di capi e di aziende. “Gli aumenti – dicono gli allevatori – vanno ad aggravare la situazione già pesante in cui versano gli allevamenti toscani e con cui si devono confrontare gli operatori zootecnici. All’ormai conclamato calo della redditività che affligge le nostre imprese, quest’anno, si sono aggiunti problemi nuovi e importanti. La siccità che ha caratterizzato i mesi estivi ha ridotto drasticamente la produzione di foraggere; ha determinato il vertiginoso aumento del prezzo di mais, soia e derivati; ha generato la contrazione delle produzioni di latte e carne. Con questo quadro di riferimento, è facile comprendere che appesantire le prestazioni veterinarie significa mettere gli operatori zootecnici nelle condizioni di chiudere stalle e ovili”. Gli allevatori toscani – conclude la nota – sono pronti a mobilitarsi e a manifestare per chiedere alla Regione Toscana un dietrofront e l’abolizione degli aumenti che colpiscono pesantemente il settore.