“Il biologico si conferma un comparto capace di andare in controtendenza e crescere nei momenti di crisi anche nel mercato interno. L’incremento dei consumi del 6% registrato nel primo semestre del 2012 dimostra come gli italiani scelgano sempre di più e con fiducia il prodotto bio. Si tratta di un settore che vale 3 miliardi di euro e che ha delle potenzialità ancora inespresse per la nostra agricoltura. Tre famiglie su quattro ormai acquistano prodotti biologici, si tratta di una tendenza sempre più radicata che è entrata nelle abitudini alimentari degli italiani a cui dovremmo rispondere con una maggiore offerta di prodotto nazionale". Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania commentando i dati Ismea sul consumo di prodotti biologici in Italia, elaborati in occasione della fiera Sana 2012, Salone internazionale del biologico e del naturale, che si svolgerà dall’8 all’11 settembre 2012 presso la Fiera di Bologna e dove il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali sarà presente, nel padiglione 32, con uno stand istituzionale.
Ismea – Secondo le rilevazioni dell’Ismea, infatti, per i prodotti biologici il consumo continua a registrare progressi. L’anno scorso gli acquisti delle famiglie italiane nella Gdo erano cresciuti del 9%. E nel primo semestre 2012 è proseguito il trend positivo in atto da oltre un quinquennio, con un incremento della spesa bio del 6,1% rispetto alla prima metà del 2011. L’analisi sottolinea poi che i consumi di prodotti biologici sono cresciuti a un tasso più sostenuto negli anni della crisi (+7,8% nella media annua) che in quelli precedenti alla recessione del 2008-2009 (+3%). Il biologico italiano vale, al consumo, circa 3 miliardi di euro. Con questi numeri il nostro Paese è quarto nella graduatoria europea, dietro Germania, Francia e Regno Unito, e sesto a livello mondiale. Ismea registra anche una crescita del numero delle famiglie acquirenti, calcolando che, nell’ultimo anno, tre famiglie su quattro hanno acquistato almeno un prodotto biologico e che il 70% della spesa sia riconducibile a un gruppo di acquirenti più o meno consolidato.