Dopo rame e polli i ladri di campagna rubano l’uva. Per un danno da 4,5 mld di euro

Non solo polli, trattori e rame: ora anche l’uva. La crisi ha fatto impennare le cifre dei furti in campagna, che negli ultimi due anni sono saliti fino a 150 episodi al giorno, “scippando” al settore ben 4,5 miliardi l’anno: cifra di molto superiore ai 3 miliardi sottratti dai taccheggiatori nei supermercati. E adesso è scattato l’allarme per le aziende vitivinicole, dove si moltiplicano le segnalazioni per la sottrazione di quintali d’uva durante le operazioni di raccolta. Tanto più che a finire nel bersaglio dei nuovi ladri delle campagne è una vendemmia che si preannuncia ridotta nelle quantità, ma eccezionale nella qualità. Lo rileva la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Pericolo furti – Nel periodo delle grandi raccolte, come la vendemmia, cresce in campagna il pericolo furti. Un fenomeno -spiega la Cia- che da sempre colpisce le aziende agricole, ma che si acuisce in modo evidente nelle fasi di generalizzata difficoltà economica. Negli ultimi due anni si registra un aumento superiore al 70 per cento rispetto al periodo che va dal 1999 al 2010, quando il numero dei furti oscillava tra gli 80 e i 90 al giorno. E se fino a due anni fa l’85 per cento delle segnalazioni riguardava il Mezzogiorno, adesso la corrente della crisi sta risalendo verso il Centro-Nord, che dal 2011 ha raddoppiato la sua fetta di denunce, salite dal 15 al 30 per cento.

Oggetti rubati – La lista degli oggetti più “saccheggiati” nelle aziende agricole è lunga: si va da piccole quantità di prodotto -spiega la Cia- fino ad attrezzature e automezzi come motozappe, trattori, falciatrici o macchine irrigatrici. Ma anche polli, capre, maiali e bovini, o agnelli e pecore, soprattutto nel periodo di Pasqua. Basti pensare che ogni anno spariscono 150 mila capi di bestiame, diretti alla macellazione clandestina. Ma non solo, da qualche tempo anche le centraline per i sistemi di irrigazione e le tubature in rame vanno ad allungare l’elenco degli oggetti svaniti nel nulla in campagna.

Sicilia – A portare in azienda i malviventi in questo periodo – come rileva anche la Cia Sicilia – sono le operazioni di raccolta dell’uva, raramente così pregiata e di qualità come quest’anno. La siccità prolungata, infatti, ha determinato un calo di prodotto che si stima intorno al 15 per cento in meno, dovuto a una diminuzione generalizzata delle rese: condizione che abbassa le quantità, ma garantisce eccellenza. “Quello della sicurezza -afferma il presidente della Cia Giuseppe Politi- è fenomeno estremamente preoccupante soprattutto per le aziende isolate, particolarmente esposte a pericoli quotidiani. È per questo che chiediamo maggiore vigilanza nelle aree rurali, da sempre meno presidiate delle città, per non lasciare soli gli agricoltori”.

 

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