“La concertazione, il rapporto costante e corretto con le parti sociali sembrano non far parte del vocabolario di questo governo. Il premier Mario Monti, soprattutto, si è dimostrato poco incline al dialogo e al confronto, alternando dichiarazioni di attenzione nei confronti delle rappresentanze e di critica anche pesante. Un atteggiamento che, invece, si è trasformato in ostilità e disinteresse nei confronti delle organizzazioni del mondo agricolo che negli ultimi mesi sono state inspiegabilmente escluse dagli incontri convocati a Palazzo Chigi. E tutto ciò è molto grave specie in una fase difficile come l’attuale che richiede un forte impegno comune per riprendere la via della crescita”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi.
Ignorate le parti sociali – “Troppe volte -ha aggiunto Politi- il presidente del Consiglio ha preso di mira le forze sociali, ridimensionando in maniera assurda il loro importante e centrale ruolo nella democrazia del nostro Paese. Prese di posizioni, in particolare quelle degli ultimi giorni, che denotano una certa riluttanza per la concertazione che rischia, purtroppo, di finire nel dimenticatoio. Così proprio non va. Il metodo concertativo, che per tanti anni ha dato risultati anche straordinari per l’Italia, non può essere di colpo abbandonato, perché è fondamentale per cercare di fornire risposte valide alle tante difficoltà che sta vivendo la nostra società”.
Dialogo importante per agricoltura – “La concertazione -ha rilevato il presidente della Cia- non può essere considerata alternativa od ostacolo alla capacità di agire delle rappresentanze sociali o dell’esecutivo. La concertazione è, per noi, una scelta politica alla quale debbono essere uniformate le azioni dei governi ed i comportamenti delle organizzazioni. Essa sarà, infatti, efficace e produttiva di risultati quando le categorie verranno ascoltate e sapranno presentarsi con posizioni comuni e unitariamente sostenute nel confronto”.
Negli ultimi mesi – “D’altronde, da tempo sosteniamo che -ha rimarcato Politi- la scelta della concertazione rappresenta lo strumento idoneo per definire obiettivi condivisi e individuare strumenti e percorsi utili al loro raggiungimento. La concertazione, così come si è realizzata in questi ultimi mesi, in moltissimi casi è stata svuotata nei suoi contenuti e utilizzata per ratificare scelte compiute in altra sede e di parte. Non si è compreso che una forte capacità di governo non può prescindere da un efficace rapporto con le forze sociali”.
Positivo rapporto con ministro Catania – “Il discorso vale ancora di più per l’agricoltura. Il rapporto instaurato con il ministro delle Politiche agricole Mario Catania -ha rilevato il presidente della Cia- è positivo e costruttivo. Ma sono l’intero governo e il premier, in testa, ad ignorare il valore del settore primario. Un confronto serio non è mai decollato. In dieci mesi si contano sulle punte delle dita di una mano le occasioni che hanno permesso di approfondire il dialogo per affrontare i gravi problemi del mondo agricolo. Niente di più. Chiediamo, quindi, di ascoltare anche la voce degli agricoltori”.
Sulla Pac maggiore concertazione – “In particolare, sollecitiamo che sul futuro della Pac -ha concluso il presidente della Cia- il governo, nel suo insieme, dia il via ad una vasta concertazione che coinvolga tutti i soggetti della rappresentanza interessati, con l’obiettivo di costruire una posizione unitaria, utile per la nostra agricoltura e per gli agricoltori italiani”.