C’è tempo fino al 15 ottobre per regolarizzare senza limiti di numero i lavoratori immigrati.
L’iter – Il datore di lavoro regolarizzerà il rapporto di lavoro con il lavoratore alle sue dipendenze da almeno 3 mesi, pagando un contributo di 1.000 euro, oltre agli oneri previdenziali, assicurativi e fiscali che verranno calcolati dopo la firma del contratto. L’immigrato dovrà provare di essere in Italia in modo ininterrotto almeno dal 31 dicembre 2011, con atti provenienti da organismi pubblici, ad esempio, il visto per motivi turistici, il permesso di soggiorno non rinnovato, un certificato del pronto soccorso, ecc. I rapporti di lavoro part-time sono ammessi solo per colf e badanti. Sono esclusi i datori di lavoro condannati per reati contro l’immigrazione e lo sfruttamento di minori e della prostituzione. Le aziende agricole dovranno presentare due distinte Dichiarazioni di manodopera agricola (Dmag), uno per i lavoratori regolari, ed uno per gli “emersi”. Per quanto riguarda gli adempimenti Inail, dovrà essere aperta una posizione (Pat) per ogni lavoratore emerso, con data inizio identica a quella comunicata all’Inps. Il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) verrà richiesto direttamente dallo Sportello unico agli enti interessati, e riguarderà la sola posizione contributiva del lavoratore regolarizzato.
Lavoratori immigrati, scade il 15 ottobre il termine per regolarizzarli
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