La coltivazione del tabacco è da sempre una fonte di ricchezza e sviluppo non solo per l’Italia ma anche per molti paesi dell’Europa. La filiera del tabacco (intesa come coltivazione agricola, prima lavorazione, manifattura, distribuzione e indotto collegato) genera impatti socio-economici di consistente entità. Nel 2010, la filiera è stata un importante volano per l’occupazione, coinvolgendo in Europa un totale di 1,4 milioni di persone di cui circa 400.000 addetti alle coltivazioni di tabacco che ora vedono il proprio futuro minacciato dalla proposta di revisione della Direttiva 2001/37/CE sui prodotti del tabacco. E’ quanto emerge dal rapporto “The European tobacco sector: an analysis of the socio-economic footprint”,realizzato dal centro studi Nomisma e presentato oggi a Budapest in occasione del 33° Congresso Unitab in corso nella capitale ungherese.
L’analisi – Lo studio analizza il settore del tabacco nell’Europa a 27 mettendo in evidenza dati economici rilevanti. Basti pensare al valore espresso dalla tabacchicoltura comunitaria, pari a 560 milioni di Euro. Per l’Italia questo valore ammonta a 196,3 milioni di Euro (35,1% del totale europeo). Oltre 86.000 le aziende agricole coinvolte a livello europeo, di cui quasi 6.000 a livello italiano. L’Unione Europea è il secondo produttore mondiale di sigarette con una quota del 11% della produzione mondiale (6.200 miliardi di pezzi). L’occupazione generata dal settore manifatturiero (tutti i prodotti da fumo) è stimabile in oltre 50mila unità, di cui 2.100 in Italia. Il sistema di distribuzione tabacchi conta su 955.338 punti di vendita. Il valore finale della filiera del tabacco (agricoltura, manifattura, commercio e gettito per i governi europei) è stato stimato in 121.440 milioni di €.
Dati sul lavoro – L’occupazione e la ricchezza prodotte dalla filiera del tabacco rischiano di essere oggetto di impatti significativi a causa dalla proposta di revisione della Direttiva 2001/37/CE sui prodotti del tabacco che attualmente regolamenta la produzione, l’etichettatura e la vendita dei prodotti da fumo negli Stati Membri. Le modifiche proposte alla cosiddetta “Direttiva Prodotto” prospettano ricadute, dirette e indirette di natura sociale (sui livelli di occupazione) ed economiche (sui livelli di reddito) e, di riflesso, sulla permanenza stessa di molti operatori sul mercato. L’ipotesi di introdurre il divieto, rispetto alla normativa in vigore, dell’utilizzo di ingredienti nella manifattura delle sigarette potrebbe portare a impatti negativi sul settore agricolo di coltivazione del tabacco, oltre ad incidere in analoga maniera sui consumi legali e, di conseguenza, sull’Erario.
L’importanza della coltura del tabacco – In Italia come in Europa la filiera del tabacco ha un ruolo importante come bacino di manodopera e volano economico, ruolo che deve essere salvaguardato, soprattutto in un momento di recessione e crisi occupazionale come quello attuale. La difesa della ricchezza e dei posti di lavoro generati da tutti i settori lungo la filiera, in una situazione di crisi deve essere una priorità per le istituzioni europee e per il governo italiano.
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