E’ la pasta il piatto della crisi. E gli italiani ne mangiano il 4% in più

La pasta è il piatto della crisi con le esportazioni che crescono del 7 per cento in valore e faranno registrare a fine anno addirittura il record storico di circa 2,1 miliardi, mentre salgono anche i consumi interni che aumentano in quantità del 4 per cento nei primi nove mesi dell’anno, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale degli alimentari che si riducono invece del 3 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione del World Pasta Day che si festeggia in concomitanza con l’apertura del Salone del Gusto di Torino dove la Coldiretti, davanti al padiglione 2, ha aperto una Bottega di Campagna Amica con le paste piu’ innovative nate nel 2012, da quella firmata dagli agricoltori italiani (FAI) a quella “della Bontà” in collaborazione con la Lega del Filo d’oro mentre nei supermercati Coop è iniziata proprio quest’anno la vendita della prima pasta autarchica al 100 per 100 italiana dal campo allo scaffale.
 
In ogni tavola – La pasta – sottolinea la Coldiretti – è presente tutti i giorni sulle tavole di dieci milioni di italiani che ne consumano circa 1,5 milioni di tonnellate all’anno per un controvalore di 2,8 miliardi di euro ed è tornata a essere nel pieno della crisi un prodotto di punta nell’alimentazione con gli italiani che sono i maggiori consumatori mondiali con circa 26 chili per persona nell’ultimo anno, una quantità che è stata tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese. Nel podio dei mangiatori di pasta salgono – precisa Coldiretti – l’Italia con i 26 chili all’anno a testa, il Venezuela con 13 chili all’anno a testa e la Tunisia con 12 chili all’anno a testa. In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro. L’Italia è leader anche nella produzione con 3,2 milioni di tonnellate superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), del Brasile (1,3 milione di tonnellate) e della Russia (858 mila tonnellate). In altre parole è un piatto di pasta su quattro consumato nel mondo è fatto in Italia.

Cinesi i più ghiotti – Nel corso del 2012 sono aumentate del 7 per cento le esportazioni in valore di pasta italiana nel mondo ma in Cina – continua la Coldiretti – le vendite sono piu’ che raddoppiate (+110 per cento) anche se i consumatori più appassionati di pasta italiana sono i tedeschi, seguiti nell’ordine dai francesi, dagli inglesi, dagli statunitensi e dai giapponesi.  La vera novità del world Pasta day 2012 è l’arrivo sul mercato quest’anno di pasta ottenuta al 100 per cento dal grano italiano per iniziativa del progetto Filiera Agricola Italiana (FAI) della Coldiretti. L’italianità della pasta è infatti considerata il vero valore aggiunto del prodotto, secondo un sondaggio online condotto dal sito www.coldiretti.it. Nella scelta della pasta il 56 per cento considera infatti fondamentale l’italianità, il 26 per cento il formato, l’11 per cento il prezzo piu’ basso e solo il 7 per cento la marca famosa.

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