Agricoltura sociale, in Toscana 356 persone con disabilità avranno un’opportunità di lavoro

Ha riscosso un grande successo il bando sull’agricoltura sociale lanciato dalla Regione Toscana, prima in Italia, e unica in Europa, nello scorso mese di maggio. I risultati di questa prima edizione del bando, finalizzato all’inserimento in attività rurali di persone che hanno una disabilità o uno svantaggio, sono stati presentati oggi durante un incontro che si è tenuto a Firenze, nella sede della Regione Toscana, in palazzo Strozzi Sacrati. Presenti l’assessore all’Agricoltura e Foreste, Gianni Salvadori, il consulente della Regione, Massimo Toschi, i protagonisti del bando e numerosi rappresentanti delle associazioni rappresentative del mondo agricolo, di imprese, cooperative e operatori del sociale.

L’assessore Salvadori – “Siamo molto orgogliosi e soddisfatti del successo di questo bando che rappresenta il primo tentativo del genere in Italia e fra i primi in Europa, l’unico comunque con queste caratteristiche – ha  sottolineato l’assessore all’agricoltura della Regione, Gianni Salvadori – volto ad inserire persone con disabilità o con svantaggio nel mondo del lavoro, in questo caso in agricoltura. La caratteristica che ci rende unici in Europa riguarda il fatto che in altre regioni il contributo viene erogato alle aziende perchè assumano la persona con disabilità, noi lo diamo direttamente all’interessato. Abbiamo raddoppiato la somma a disposizione, che è passata da 1 a 2 milioni di euro (in tre anni sono stati stanziati 3,8 milioni) per dare risposta a tutte le domande che sono arrivate. Sappiamo che si tratta ancora di cifre relativamente modeste e che i problemi da affrontare sono molto più grandi, ma viste le difficoltà finanziarie del momento – ha ribadito Salvadori – abbiamo comunque compiuto il massimo sforzo possibile e le domande saranno tutte finanziate. Molte delle persone che hanno partecipato a questo bando hanno avuto così, per la prima volta, la possibilità di accedere al mondo del lavoro. Questo è un modo concreto  -ha concluso Salvadori – per dare attuazione alla legge approvata nel 2010 dal Consiglio regionale sull’agricoltura sociale, perchè a noi le leggi che sono soltanto “leggi cartello” non piacciono”. “Questo bando –  ha aggiunto  Massimo Toschi –  è una forma di attuazione della nostra Costituzione, perchè nella Costituzione i disabili sono garantiti nel loro diritto alla salute, alla scuola, al lavoro. I disabili ci pongono oggi una vera questione di rispetto della dignità e l’Italia –  ha sottolineato  –  sarà un paese civile quando investirà sulle loro necessità invece di tagliare i pochi fondi disponibili.”

I numeri del primo progetto di agricoltura sociale: 131 domande. Ci sono anche minori e over 50 –Complessivamente le domande arrivate alla Regione Toscana sono 131. Le persone con disabilità o svantaggio che potranno essere inserite nel lavoro in una azienda o in una cooperativa agricola sono 356. Fra queste 44 hanno problemi di autismo mentre 236 hanno malattie o problemi di carattere psichiatrico. Altre 45 persone hanno problemi di tossicodipendenza, 15 hanno scontato un periodo di carcere, altre 16 hanno avuto o hanno svantaggi di altro genere. Fra quanti partecipano al progetto sull’agricoltura sociale vi sono 12 minori di 18 anni, 153 giovani fra i 18 e i 30 anni, 86 fra i 31 e i 40 anni, 64 fra i 41 e i 50 anni e 41 persone hanno più di 50 anni. Anche la durata del progetto varia. 100 persone hanno presentato domanda per un progetto da 1 anno, 23 di due anni e 233 di tre anni.

Bando – Il bando (decreto dirigenziale n° 1684 del 17/04/2012) era volto a finanziare “progetti di accoglienza di persone con disabilità e/o svantaggio, per il miglioramento della loro autonomia e capacità tramite lo svolgimento di esperienze in attività rurali". Grazie ai due milioni di euro messi a disposizione dalla Regione le persone che andranno a lavorare in campagna in virtù di questo progetto avranno un rimborso che comprende l’attrezzatura necessaria e un sostegno economico variabile, da 100 a 400 euro mensili in rapporto delle ore di attività effettuata. L’attività deve essere svolta in 2-5 giorni la settimana per almeno 2-6 ore giornaliere.

 

 

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