«Ricambio generazionale, rafforzare il ruolo delle cooperative, puntare sul Psr e coordinare gli sforzi, dalla fase della produzione a quella della commercializzazione in questo settore va particolarmente incoraggiato». E’ in sintesi quanto ha detto Giordano Pascucci, nelle conclusioni dell’incontro a Viareggio organizzato dalla Cia Toscana e dalle Cia di Lucca e Pistoia, per il rilancio del settore floricolo regionale, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle cooperative floricole di Lucca e Pistoia, del Distretto Floricolo, di enti locali ed operatori del settore, oltre che dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori.
Il commento – «Abbiamo un pacchetto di proposte a disposizione della filiera – ha detto Giordano Pascucci -. Un primo tema sarà quello del nuovo Psr, che dovrà prevedere le priorità, gli investimenti, la qualità e le nuove fonti energetiche per lo sviluppo del settore floricolo toscano. Sugli aspetti urbanistici – ha aggiunto Pascucci – il settore ha bisogno di risposte chiare su annessi agricoli e serre; se necessario, occorre cedere sovranità, perché molte volte i municipalismi non hanno prodotto semplificazione le imprese». E poi sul futuro i Piani Integrati di Filiera: «sono sicuramente un mezzo per tentare di rafforzare il sistema delle imprese e creare le giuste connessioni con il mercato». «Sull’urbanistica – ha detto Pascucci – si sta profilando una soluzione che riconosce i diritti e le facoltà dell’impresa agricola. Sui mercati, invece è urgente definire le procedure sul regolamento unico dei mercati; per questo apprezziamo il lavoro del distretto floricolo e lo sollecitiamo ulteriormente per fare proposte – il distretto deve assumere un ruolo ancora più importante».
La proposta della Cia Toscana – Un sistema unico di mercati funzionale, in grado di garantire i servizi essenziali, logistici in primo luogo. Viste le tipologie produttive e il territorio coinvolto, il mercato unico potrebbe essere articolato su più piattaforme. Il sistema di vendita più tradizionale è ritenuto tuttora valido in particolare dai piccoli e piccolissimi produttori. Contemporaneamente vi è anche l’assoluta necessità di servizi più strutturati in logistica e orientati verso sistemi di vendita più innovativi (vendita telematica, asta). «Questo lo vorremmo vedere tradotto in un piano industriale ed economico – ha aggiunto Adelmo Fantozzi della Cia Lucca – che coinvolga le strutture esistenti. E questo ovviamente va fatto mettendo attorno al tavolo i due Comuni e la Regione, cioè di coloro che dispongono fisicamente dei due mercati e dell’ente a cui è richiesto un notevole impegno economico». E’ questa la svolta che chiediamo. I futuri interventi finanziari devono essere collocati al centro di un complessivo riordino delle strutture, della logistica e dei servizi di tutto il sistema floricolo toscano. La Regione può avere un ruolo determinante nell’adottare un vero e proprio Piano degli investimenti, redatto con il massimo coinvolgimento dei comuni e con il confronto con gli operatori economici. Questo dovrebbe essere il progetto per il Sistema floricolo regionale, che una volta condiviso, diventa il Piano vincolante per tutte le parti.
Settori vicini – La collocazione dei mercati e le loro strutture fisiche sono solo un aspetto e forse neanche il più importante. Se davvero si vuol parlare di ammodernamento dei mercati, non si può prescindere da individuare servizi, gestione e funzione dei mercati il tipo di gestione; quali rapporti tra le due strutture; quali servizi, quali nuove funzioni; norme di qualità e adozione standard commerciali; promozione e marketing; sistemi di vendita adottare; per rendere i mercati stessi più appetibili per tutti gli operatori (produttori anzitutto ma anche commercianti, cooperazione e GDO). Se saranno in grado di fare questo salto di qualità, potranno avere un futuro. L’alternativa sarà il declino, più o meno lento, ma inesorabile. Basta guardare cosa ci dicono i numeri sulle produzioni e volumi di vendita di questi anni.
L’intevento – E’ intervenuto l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori: «La strategia è quella di costruire filiere integrate – ha detto -; sulla programmazione rurale intendiamo impegnarci lavorando con il supporto della rappresentanza. La Toscana floricola ha delle opportunità che dobbiamo riuscire a cogliere trovando anche soluzioni differenziate». E poi «E’ decisivo fare rete e sistema – servirebbe un distretto dell’agroalimentare toscano per intrecciare interressi e favorire integrazione fra settori all’interno dell’agricoltura, che coinvolga anche la floricoltura». L’assessore Salvadori ha anche parlato del ‘capitolo’ biomasse: «Occorre sostenere la produzione; incentivare le fonti energetiche alternative ovvero le biomasse. La Toscana ha scelto di sostenere i sistemi a biomasse compreso con le norme attuative; è un vantaggio per l’economia e l’ambiente, è in fase finale un protocollo d’intesa con tutti i soggetti della filiera».