Sono oltre 5,5 milioni gli italiani che sognano di trovare sotto l’albero il tradizionale cesto natalizio con i prodotti dell’enogastronomia, che cresce nei consensi e si afferma come il regalo meno riciclato nel tempo della crisi. E’ quanto emerge dalla presentazione dell’ analisi della Coldiretti/Swg “Il Natale sulle tavole degli italiani” nel corso della quale è stata allestita la piu’ vasta esposizione dei caratteristici cesti di prodotti tipici di Natale delle diverse regioni italiane per tutte le tasche. Tra i prodotti piu’ presenti nei cesti ci sono sicuramente – sottolinea la Coldiretti – lo spumante, il torrone, il pandoro o il panettone spesso artigianali, ma sono tornati prepotentemente il cotechino, lo zampone, le lenticchie e in generale tutti i prodotti tipici locali, cosiddetti a chilometri zero, dai salumi ai formaggi, dall’extravergine al vino, dal miele alle conserve, preparati direttamente nelle aziende agricole. I prezzi variano notevolmente: da una decina di euro per un cesto minimal a 30 euro per uno medio con lenticchie e legumi vari, vino, olio, salsicce secche, sottolio, marmellate e formaggio, sino a 118 euro per quello con specialità marchigiane, vino Verdicchio dei Castelli di Jesi doc, spumante Passerina doc, vino di visciola, liquor d’ulivo, confetture, miele, formaggio pecorino, pasta di farro, farro perlato, salame nostrano tipico, frutta sciroppata, passata di pomodoro bio e farina. “Si tratta di una occasione per conoscere meglio le specialità alimentari del proprio territorio che consente peraltro di ripetere l’acquisto anche al di fuori del periodo natalizio grazie alla vicinanza e all’identificazione delle realtà produttive coinvolte”, afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “la tracciabilità dei prodotti con l’etichettatura è anche una garanzia per difendersi dalle truffe che si moltiplicano con l’arrivo delle feste”. I consigli della Coldiretti per quasi un italiano su tre (30 per cento) che aspetta l’ultima settimana per acquistare i regali di Natale sono quelli di verificare sempre l’etichetta dei prodotti alimentari nei casi in cui è obbligatorio renderla evidente sui banconi, come la frutta e verdura, ma anche nei casi in cui è meno evidente come l’extravergine, in cui spesso la provenienza delle olive è indicata in caratteri minuscoli nel retro della bottiglia. Per altri prodotti, in cui ancora non è obbligatorio indicare l’origine in etichetta, è piu’ facile spacciare per Made in Italy quello che non lo è; è dunque meglio preferire i prodotti a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione Europea (Dop/Igp) o quelli presenti nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali. Ad esempio, per le lenticchie, nell’elenco sono inserite quelle di S.Stefano di Sessanio (Abruzzo), Colfiorito (Umbria), Valle Agricola (Campania), Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), Molisane (Molise), Villalba, Ustica e Pantelleria (Sicilia), mentre quelle di Castelluccio di Norcia sono Igp. La soluzione migliore resta comunque – ricorda la Coldiretti – quella di rivolgersi direttamente ai produttori agricoli nelle aziende, nelle botteghe o nei mercati di Campagna amica che si moltiplicano nelle città e nei luoghi turistici durante le feste, dove è possibile parlare direttamente con l’agricoltore e conoscere personalmente le caratteristiche dei prodotti e le tecniche utilizzate per ottenerli. L’Italia vanta numerosi primati nel campo dei prodotti di qualità. Nel nostro Paese si trova un terzo delle imprese biologiche europee a cui è destinato un quarto della superficie bio dell’Ue. L’agroalimentare Made in Italy – conclude la Coldiretti – può contare inoltre su 246 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea (154 Dop e 92 Igp, senza considerare le 4.671 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 517 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica.
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