Più qualità nella ricerca in agricoltura con un documento di Aissa e presidi delle facoltà di Agraria

Più ricerca in agricoltura e più qualità della ricerca. Per questo l’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA) e la Conferenza dei Presidi di Agraria – congiuntamente ai Rappresentanti al CUN per l’Area 07 (Scienze Agrarie e Veterinarie) – hanno redatto un documento dal titolo “Ricerca: valutazione della qualità”. «Obiettivo generale – spiega Marco Gobbetti, presidente di Aissa – è quello di promuovere azioni congiunte, anche in termini temporali, che abbiano lo scopo di migliorare la qualità della ricerca. Pur condividendo i principi generali dell’attuale processo di valutazione della qualità della ricerca nei suoi principi generali, sono posti in particolare evidenza criticità ed ipotetiche linee d’intervento». «E’ necessario continuare a puntare sulla ricerca di qualità – sottolinea Andrea Sisti, presidente CONAF -, perché abbiamo bisogno di maggiore produzione agricola coniugando tecniche produttive sostenibili  con le oramai scarse risorse naturali dell’ecosistema. Purtroppo invece continua a diminuire la quota del PIL che l’Italia indirizza su ricerca e innovazione, diminuire la spesa nella ricerca significa necessariamente  mettere a rischio produzione e produttività. Ci vuole ricerca, ma  di  alta qualità ed  il documento promosso da Aissa e Conferenza dei Presidi di Agrari sulla “ricerca: valutazione della qualità” costituisce un importante contributo qualificato e concreto nella giusta direzione della ricerca in agricoltura».

Il documento “Ricerca: valutazione della qualità” in sintesi

Criteri per la distribuzione dei fondi – Oltre a rimarcare la scarsità delle risorse destinate alla ricerca in comparazione con gli altri Paesi europei, è posto in evidenza come la distribuzione a “pioggia” delle risorse e la dispersione delle “eccellenze” siano azioni che dovrebbero essere sicuramente evitate, sia in riferimento al contesto economico attuale e sia per la promozione di un sistema efficiente e competitivo. Al contrario, dovrebbero essere valorizzati e promossi centri o reti d’eccellenza su tematiche strategiche, di ampio respiro. Il coordinamento dei centri/reti d’eccellenza dovrebbe essere affidato a ricercatori e centri di ricerca con adeguato curriculum e comprovata esperienza, sulla base di processi di selezione trasparenti, con regole precise e verificabili ex-ante ed ex-post.
La competenza scientifica dei valutatori in rapporto alle specifiche tematiche delle proposte progettuali appare, in numerosi casi, non coerente. Non è plausibile, ed è in forte contrasto con la premessa iniziale, che l’attuale procedura di reclutamento dei valutatori di progetto sia solo relativamente trasparente e scarsamente selettiva. E’ fortemente auspicata l’istituzione dell’Anagrafe Nominativa dei Professori ordinari e associati e dei Ricercatori delle Pubblicazioni Scientifiche prodotte (ANPRePS), come, tra l’altro, previsto a suo tempo dalla legge n. 1 del 09.01.2009.    
Il notevole ritardo nella eventuale approvazione dei progetti rispetto alla data di sottomissione e la burocratizzazione/lentezza nell’erogazione dei fondi appaiono due ostacoli in grado, rispettivamente, di vanificare l’efficacia e la competitività dell’investimento di risorse, e di compromettere la gestione ottimale delle stesse rispetto alle esigenze di sviluppo progettuale.

Valutazione e monitoraggio dei risultati – In linea generale, il processo di valutazione e monitoraggio dovrebbe concretizzarsi soprattutto in itinere ed ex-post. La valutazione in itinere, ad opera di valutatori di comprovata e specifica esperienza scientifica, dovrebbe consentire azioni correttive. La valutazione dei prodotti, da intendersi come pubblicazioni, brevetti e trasferimento tecnologico, dovrebbe essere preminente, lasciando maggiori gradi di libertà sul processo. Anche in relazione alla valutazione dei progetti è proposta l’istituzione di un’anagrafe dei risultati/prodotti della ricerca. L’anagrafe dovrebbe includere pubblicazioni, da valutare mediante indici bibliometrici o peer review, nel caso del settore scientifico Economia Agraria, considerato largamente non bibliometrico nel contesto della Valutazione della Qualità della Ricerca, e prodotti, da valutare in termini di brevetti e/o ricaduta industriale e/o sociale. Gli indici bibliometrici in uso nel panorama scientifico nazionale ed internazionale, e già applicati nel contesto della Valutazione della Qualità della Ricerca e dell’Abilitazione Scientifica Nazionale, sono ritenuti, al momento attuale, lo strumento più efficace e trasparente di misurazione della qualità. La valutazione dei risultati/prodotti della ricerca, di qui l’ausilio della suddetta anagrafe, dovrebbe avere un peso importante, ad oggi scarsamente o per niente considerato, nella eventuale attribuzione di ulteriori fondi ad un medesimo coordinatore ed ente di ricerca. 

Internazionalizzazione – L’internazionalizzazione della ricerca rappresenta lo strumento principale per incrementare la velocità del miglioramento della qualità. Purtroppo, allo stato attuale essa è affidata, quasi esclusivamente, all’iniziativa di singoli ricercatori ed è molto meno sentita come “internazionalizzazione istituzionale”. In questo contesto, potrebbero essere promosse azioni di supporto economico e manageriale per i singoli Atenei e centri di ricerca, di collegamento delle diverse strutture con i diversi centri di ricerca europei, e di premialità per le istituzioni che vedono finanziate progettualità a livello internazionale. L’obiettivo, nel medio termine, dovrebbe essere quello di invertire i flussi dei ricercatori in entrata ed uscita, creando poli d’eccellenza presso i quali ricercatori stranieri, non solo dai paesi in via di sviluppo, siano motivati, anche economicamente, a soggiornare per periodi lunghi e continuativi, così da elevare in situ il livello di internazionalizzazione della ricerca del settore e dell’ente di competenza.

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