Il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura partecipa alla mostra “Dal Cielo alla Terra: meteorologia e sismologia a Firenze dall’Ottocento ad oggi” che si terrà a Firenze dal 17 gennaio al 31 maggio 2013 presso la Galleria delle Carrozze del palazzo Riccardi. La partecipazione vede il coinvolgimento diretto dell’Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologa applicate all’agricoltura, CRA-CMA, che ha curato l’allestimento della sezione “Meteorologia” ed ha partecipato alle ricerche storico bibliografiche relative alla strumentazione meteorologica finalizzate anche alla realizzazione del catalogo. Il CRA-CMA, già Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, primo ente governativo geofisico dell’Italia post-unitaria, è stato un importantissimo protagonista nella storia dell’osservazione scientifica meteorologica e geodinamica nazionale e vanta un’antica tradizione nel settore della geofisica, anche in qualità di progenitore degli attuali Istituto Nazionale di Vulcanologia e Geofisica e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. La mostra è l’occasione per presentare ad un vasto pubblico (l’ingresso alla mostra è gratuito), insieme agli strumenti di altri Enti (INGV, Osservatorio Ximeniano, IGM, CNR-IBIMET, INAF), circa 70 strumenti storici e moderni meteorologici e sismici, che fanno parte del prezioso patrimonio strumentale del CRA-CMA e che sono di rilevante interesse per la storia del monitoraggio ambientale. Gli strumenti del CRA-CMA in esposizione spaziano da quelli per la geodinamica (avvisatori sismici e sismografi di varie tipologie e dimensioni del XIX secolo) a quelli per il monitoraggio meteorologico e agrometeorologico (termometri, geotermometri, radiometri, termoumettografo, brinometro, grelimetro, razzi antigrandine ecc.). Tra i tanti si segnala il “Sismoscopio di Cacciatore” del 1818 e il nefoscopio fotogrammetrico di Taffara del 1914, per l’osservazione e fotografia delle nubi, di cui si conosce l’esistenza di due soli esemplari conservati al CRA-CMA.
Durante la mostra sono previste attività di presentazione e divulgazione tra cui alcune conferenze scientifiche e visite guidate rivolte soprattutto agli studenti.La partecipazione del CRA-CMA alla mostra rientra nel programma di valorizzazione del patrimonio scientifico culturale svolto ormai da diversi anni in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Vulcanologia e Geofisica, promotore e organizzatore della mostra.
Breve storia del CRA-CMA – L’origine dell’attuale Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia applicate all’agricoltura, del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione applicate all’agricoltura (CRA-CMA) risale al 1876, anno in cui il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio istituì il Regio Ufficio Centrale di Meteorologia (UCM), ponendo la sua sede in alcuni locali del Collegio Romano, fondato nella seconda metà del ‘500 dalla Compagnia di Gesù, nel cuore di Roma. Ad esso fu anche annesso l’osservatorio astronomico e meteorologico dello Stato Pontificio, attivo dal 1786. L’Ufficio, prima istituzione scientifica governativa dello Stato Italiano unitario, aveva il compito di coordinare i servizi meteorologici già operativi in Italia (che facevano capo a diversi dicasteri –Marina, Agricoltura, Lavori Pubblici, Istruzione-) e standardizzare a livello nazionale le misure e le modalità di osservazione. La rete di rilevamento che faceva capo all’UCM crebbe rapidamente, passando da 50 stazioni nel 1879 a 400 punti di osservazione nel 1880. Nel 1887 il monitoraggio meteorologico fu affiancato dall’attività di monitoraggio dei terremoti e l’UCM cambiò il nome in Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica; tra la fine del l’’800 e i primi decenni del XX secolo, nell’officina dell’Ufficio furono realizzati numerosi strumenti sia per l’osservazione e la misura dei sismi, sia per la meteorologia. Il CRA-CMA, erede diretto di quell’Ufficio Centrale, oggi svolge studi e ricerche sui rapporti tra cambiamenti climatici e agricoltura, trattando anche di problemi agro-alimentari e ambientali legati ai cambiamenti climatici, in particolare riguardo alla valutazione agroclimatica e attitudinale del territorio. Conserva una notevole collezione di strumenti, oltre che una ricca biblioteca di geofisica e un immenso e non ancora del tutto esplorato archivio di dati meteorologici, fenologici (sullo sviluppo delle colture) e sismici di notevole interesse scientifico.