Il Consorzio del Soave, i comuni interessati e le cantine sociali hanno presentato al Consorzio Apv, Alta Pianura Veneta, il resoconto del fabbisogno idrico nei vigneti di collina per i prossimi tre anni.
Lo studio, intitolato “Cambiamenti climatici e criticità idriche nell’area DOC Soave ”, oltre ad evidenziare il ruolo strategico del sistema di allevamento a Pergola soavese per tutelare al meglio la qualità della Garganega, identifica le zone a più alto rischio siccità in tutta la DOC. Si tratta di uno lavoro reso noto nell’incontro che si è tenuto a Monteforte d’Alpone lo scorso 15 febbraio. Sono più di 900 gli ettari ad intensa criticità idrica, caratterizzati da forti pendenze ed assenza quasi totale di qualsiasi possibilità di irrigazione. Altri 1100 ettari sono a rischio idrico, con pendenze medie e solo alcuni vigneti dispongono di impianti irrigui. Questa situazione investe in particolare i comuni di Monteforte e Montecchia di Crosara.
Soluzioni – Dopo numerose riunioni tecniche e due partecipate assemblee coordinate dalle cantine sociali di Soave e di Monteforte, più di 400 aziende hanno manifestato l’esigenza di trovare soluzioni pratiche ed efficienti per risolvere il problema delle criticità idriche nell’area del Soave. Si tratta in questo primo momento di circa 500 ettari di vigneto distribuiti sul territorio della denominazione. Nell’ultimo incontro a Monteforte il Consorzio del Soave e Cantina di Monteforte hanno concordato di dare tempo fino al 28 febbraio alle altre aziende interessate per manifestare il proprio interesse a questo progetto. Il mese di marzo sarà utilizzato dai tecnici del Consorzio Alta Pianura Veneta per contestualizzate geograficamente le richieste pervenute e per stilare i primi progetti di fattibilità che saranno presentati e condivisi con i viticoltori del Soave. Solo in quella sede sarà possibile definire per ogni singolo comprensorio irriguo i costi relativi ai pozzi ed alle condotte che porteranno l’acqua in prossimità dei vigneti. Da qui dovrà provvedere il singolo produttore attrezzandosi con un adeguato impianto a goccia. I costi di gestione sulla base di corrispondenti situazioni già operative dovrebbero oscillare tra i 200 ed i 250 euro ad ettaro. Viene quindi confermata la concretezza dello studio posto in essere dal Consorzio di tutela nel corso dell’ultima delicata stagione vegetativa. "Ancora una volta – sottolinea Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave – il Consorzio ha giocato un ruolo di primo piano nell’intercettare le necessità dei produttori. Sulla base dello studio che abbiamo consegnato al Consorzio Apv, Alta Pianura Veneta, auspichiamo che in tre anni di lavoro si possa portare l ‘acqua in almeno 1500 ettari tra quelli interessati dal fenomeno".
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