Se il Brunello è il valore aggiunto per il territorio, i giovani sono il motore che ne garantiscono la dinamicità. Dei 250 produttori del Consorzio, 31 hanno un’età compresa tra i 22 e i 43 anni, gestiscono 26 aziende e costituiscono il “cuore giovane” della viticultura montalcinese. Complessivamente nel settore vitivinicolo a Montalcino lavorano circa 2.000 persone, considerando impiegati, operai, stagionali (che in questo settore lavorano 10 mesi su 12 l’anno) ecc. Il 27% di questi è rappresentato da giovani sotto i 30 anni.
Colti e vivaci – Ben il 60% dei giovani occupati nel territorio sono laureati, la maggior parte parla inglese e il 70% conosce, bene, anche una seconda lingua. Il 30% degli under 40 è già alla guida di una cantina. Il livello di scolarizzazione è mediamente molto elevato, soprattutto a livello impiegatizio, mentre molti hanno relazioni o esperienze con l’estero. Questo dato inoltre va unito anche a quello dell’indotto del commercio e del turismo, dove sono occupati moltissimi giovani sia come proprietari di attività sia come dipendenti. Un settore (ristoranti, alberghi, enoteche, ecc.) che ha chiuso il 2012 con il segno positivo: 29.700.000 euro contro i 27.500.000 dell’anno scorso (+ 8%).
Vivere a Montalcino – Come sottolinea il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci “Montalcino è un esempio riuscito di territorio, dove l’agricoltura crea valore e lo fa rimanere sul territorio. Valore che non solo si traduce nell’opportunità di creare e mantenere posti di lavoro a Montalcino, ma soprattutto che consente ai giovani vignaioli di dare tutto il loro contributo in termini di entusiasmo ed innovazione.
E grazie al loro entusiasmo e volontà di capire e migliorarsi costantemente, di avere gli strumenti per essere più competitivi a livello internazionale che garantiranno a questo territorio un grande futuro. Sono sicuro infatti che il passaggio del testimone tra le generazioni sarà molto facile ed ancor più produttivo in termini di risultati”.
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