Luca Santini, sindaco di Stia, è il nuovo commissario del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
L’invito a lavorare per il bene dell’area protetta – Una nomina che riempie di soddisfazione il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai: «Il fatto che si sia scelto un rappresentante delle istituzioni locali – ha detto – rappresenta una valida garanzia per l’avvio di una nuova fase nella gestione di questa importante area protetta, ricercando il migliore e più efficace rapporto con il territorio, con le istituzioni, le associazioni, gli abitanti del Parco e i cittadini in genere. Mi auguro che la nomina chiuda la fase delle polemiche e apra, invece, quella del confronto aperto e costruttivo per garantire il miglior governo dell’ente Parco e la necessaria opera di promozione di una delle grandi eccellenze di questo territorio».
L’incarico – La nomina a Commissario straordinario è giunta nella giornata di giovedì dal ministro dell’ambiente Corrado Clini e arriva dopo la designazione concordata da tutti i soggetti istituzionali locali coinvolti, ma avversata da alcune associazioni ambientaliste nazionali (WWF, LIPU, Pro Natura, FAI), a causa dell’appartenenza di Santini alla categoria dei cacciatori. Per ora quella di Santini è una nomina a commissario facente funzioni di presidente, ma il passaggio alla carica effettiva di guida del Parco dovrebbe seguire una volta avuto l’appoggio formale delle Regioni Toscana e Emilia Romagna. A fianco di Santini resta in carica l’attuale consiglio direttivo dell’ente fino a quando non entrerà in carica il prossimo che, secondo le nuove norme approvate dal governo Monti, appena saranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale, riducono i membri dei direttivi di parchi nazionali da 12 ad 8. 4 espressione della Comunità del Parco (tra questi ci dovrebbe essere un rappresentante della Regione), uno delle associazioni ambientaliste, uno del Ministero dell’ambiente, uno dell’Ispra ed un rappresentante degli agricoltori nominato dal ministero delle politiche agricole.
Il commissariamento – Il Parco delle Foreste Casentinesi era senza presidente dal giugno 2012 quando la carica era nelle mani del toscano Luigi Sacchini (nominato a maggio 2007) che fu duramente contestato dagli emiliani che lo sfiduciarono.
Il sindaco cacciatore – Al momento della candidatura, qualche settimana fa, Santini aveva cercato di smorzare le polemiche sulla sua attività di cacciatore. «Qualora dovessi essere nominato Presidente del Parco – aveva detto – tengo a sottolineare che l’obiettivo sarà quello di salvaguardare gli interessi di tutti, non solo quelli del territorio e delle popolazioni che vi abitano, ma dell’intera collettività, in quanto l’Area Protetta è un patrimonio mondiale e il nostro parco è sicuramente un’eccellenza in tema di biodiversità e tutela degli ambienti naturali, un esempio per tutti la Riserva Integrale di Sasso Fratino. Del resto la stessa nomina fatta dal Ministro dell’ambiente conferisce ad un presidente di parco nazionale di per se un ruolo di spessore nazionale, in particolar modo con un ministero che sta lavorando in maniera intensa sulla tutela della biodiversità. Il mio mandato da sindaco sta ormai giungendo al termine e non ho intenzione di ricandidarmi, ma l’esperienza di amministratore locale mi ha permesso di venire a contatto con quelle popolazioni e quegli ambienti che hanno fatto la storia del parco e del territorio. Più volte intorno alla mia candidatura sono state sollevate perplessità legate all’appartenenza alla categoria dei cacciatori – aveva detto – , su questo punto vorrei chiarire che svolgere un’attività nella piena legalità non può rappresentare un problema. Peraltro, già da quando sono sindaco, gli impegni mi consentono di esercitare questa attività in modo molto discontinuo ed immagino che, qualora fossi nominato presidente del parco, visto la complessità e la novità dell’incarico, il tempo a mia disposizione sarebbe ancora più ridotto. In ogni caso, mi rendo conto che ci sono anche motivazioni di opportunità e di sensibilità verso chi la pensa in maniera diversa dalla mia, e per questo, se dovessi assumere la presidenza, non andrei a svolgere alcuna attività venatoria nei territori vicini al Parco, peraltro da me poco frequentati anche adesso. Inoltre – aveva concluso Santini – voglio assicurare il mio particolare impegno a contrastare ogni forma di caccia illegale e fuori dalle regole anche etiche, pratica fortunatamente poco diffusa nella zona, ma assolutamente dannosa e profondamente incivile».