Nella Giornata mondiale dell’acqua, il Centro Studi di Confagricoltura ha diffuso i dati relativi all’uso ed al consumo di acqua nel settore agricolo sottolineando come l’agricoltura sia l’unica branca dell’economia che produce tutelando, rispettando e conservando l’ambiente, compreso l’acqua. “Il settore primario – si sottolinea – non ‘consuma’ questa preziosa risorsa ma l’impiega nell’uso irriguo per poi re-immetterla nel ciclo idrologico naturale”. Tra le coltivazioni, quella del riso è caratterizzata da un consumo d’acqua per unità di superficie elevato rispetto alle altre ma la produzione è collocata in zone molto vocate per questo tipo di coltura che hanno un valore ambientale e paesaggistico inestimabile grazie proprio alla presenza delle risaie che svolgono anche una preziosa funzione di ricarica delle risorgive e delle falde. L’utilizzo di un sistema di irrigazione rispetto ad un altro è influenzato dalla fonte di approvvigionamento e tipo di coltura oltre che dall’attrezzature disponibili in azienda.
Sistemi di irrigazione – Il sistema di irrigazione più utilizzato nel nostro Paese – pone in risalto il Centro Studi di Confagricoltura – rimane quello dell’ irrigazione a pioggia, semplice da istallare e facile da utilizzare, ha una buona efficienza irrigua in quanto non provoca perdite per scorrimento e percolazione profonda. Ancora molto utilizzato è lo scorrimento superficiale ed infiltrazione laterale che richiede molta manodopera ma ha un bassa efficienza irrigua. La nuova frontiera dell’irrigazione, per alcune aree del Paese e sopratutto per alcune coltivazioni, è la microirrigazione che richiede personale competente in impiantistica e costi iniziali sostenuti ma una volta sviluppato l’impianto consente di avere bassissimi costi di gestione e bassi consumi di acqua permettendo a parità di stock d’acqua di irrigare una superficie maggiore di terra.
Analisi – Il Centro Studi di Confagricoltura ha anche effettuato un’ analisi degli stock idrici per l’irrigazione che è un indice per valutare quant’è l’acqua realmente disponibile per il settore agricolo. Appare chiaro che avremmo una disponibilità per poter irrigare per oltre un milione di ettari in più rispetto alle condizioni attuali. Come si evince dalla tabella, nel 2010 la superficie irrigata è risultata di 2.418.921 ettari gestiti 398.979 aziende mentre la superficie irrigabile è di 3.749.514 con 544.997 aziende.
Sete nei campi – Confagricoltura infine pone in evidenza come, nel nostro Paese, alcune aree in determinati periodi dell’anno rimangano senza la possibilità di irrigare. “Con la prossima programmazione dei Piani di sviluppo rurale 2014-2020 le regioni – chiede Confagricoltura – dovranno incentivare quanto più possibile la creazione di bacini artificiali aziendali, non sufficientemente presenti. Ciò permetterà, qualora ce ne fosse il bisogno, di effettuare irrigazioni di soccorso nei periodi siccitosi, utilizzando acque accumulate nelle stagioni piovose. Non va trascurato che prossimamente gli agricoltori dovranno far fronte ai negativi effetti del cambiamento climatico; a tale scopo occorrerà ottimizzare le tecniche di gestione dell’acqua ed adottare ancora di più pratiche agronomiche attente al risparmio idrico”.