La pioggia ancora una volta non ferma la Maremma. E’ proprio il caso di dirlo e oggi, nonostante la sofferta firma da parte del premier Monti del decreto che ha sbloccato i 110 milioni destinati alla regione Toscana per gli eventi tragici del novembre scorso, torna per le strade a far sentire la propria voce chiedendo tempi certi e chiarezza nella ripartizione. E’ partita dalla chiesa di Marsiliana intorno la manifestazione degli alluvionati di Albinia. Il corteo di trattori, auto e camion si è snodato sulla strada regionale 74 fino a raggiungere lo stabilimento di Conserve Italia, ad Albinia, devastato dal fango il 12 novembre e che ha riaperto i battenti solo un mese e mezzo fa.
Alluvionati incatenati – Alcuni attivisti si sono incatenati simbolicamente al cancello prima di continuare il percorso che li ha portati alla pista di pattinaggio di Albinia dove in questo momento è in atto un comizio da parte delle istituzioni. Presenti i sindaci di Manciano, Capalbio e Orbetello – Marco Galli, Luigi Bellumori e Monica Paffetti – e l’assessore regionale all’ambiente Annarita Bramerini. Il corteo si è snodato sull’Aurelia in direzione di Patanella. I manifestanti hanno anche annunciato un sit-in, che dovrebbero proseguire fino a domani, tra Albinia e Orbetello. Ora i fondi per le aziende agricole «Meglio tardi che mai. La firma del decreto "alluvione" arriva solo all’ultimo tuffo, – ha detto il presidente della Provincia di Grosseto Leonardo Marras – ma almeno dà una maggiore serenità per il futuro poiché prevede gl’indennizzi per aziende e privati. Rimane sul tappeto il problema dei risarcimenti per le aziende agricole. Bisogna tenere duro e portare a casa anche questo risultato».
La protesta di Confagricoltura – «A quattro mesi dalla devastante alluvione in Toscana, le aziende attendono ancora lo sblocco dei fondi per ripartire» ha denunciato il presidente della Confagricoltura, Mario Guidi, per sensibilizzare il Governo e l’opinione pubblica sulle difficoltà della popolazione locale. «Le campagne – ricorda Guidi – furono completamente allagate, con i corsi fluviali che esondarono rompendo gli argini. Si calcolarono danni enormi». Solo per il settore agricolo della Maremma ammontarono a 40 milioni di euro.